pubblicato il 16 luglio 2020

Rischio occlusioni delle ali gocciolanti: Manutenzione e trattamenti

La manutenzione e la pulizia degli impianti microirrigui sono fondamentali per avere il massimo della loro efficienza di utilizzo

TAGS: Irrigazione, Microirrigazione, Fertirrigazione

In una moderna agricoltura l’impiego dell’acqua, mediate i sistemi di microirrigazione localizzata, come tecnica di irrigazione è sempre più necessaria e presente.
Ovviamente l’impiego delle ali gocciolanti stagionali, siamo esse con gocciolatore a piastrina o gocciolatore continuo, obbliga ad avere una maggiore cura dell’acqua che viene impiegata durante l’irrigazione.
La scelta di un corretto sistema di filtrazione, in funzione del punto di prelievo dell’acqua è fondamentale per eliminare molte delle impurità naturalmente presenti nell’acqua stessa, sia di origine organica che minerale.
Non sempre però tutte le impurità possono essere tolte e quindi si potrebbero innescare processi di occlusione dei labirinti dei gocciolatori portando ad una diminuzione dell’erogazione dell’acqua.

Le occlusioni posso avvenire per svariati motivi ma raggruppabili in due grandi famiglie:
- Occlusioni organiche;
- Occlusioni inorganiche.
Quando parliamo di occlusioni di tipo organico andremo a trattare di problematiche che possono derivare da differenti origini quali ad esempio i laghi, i bacini, i canali a lento scorrimento ma in alcuni casi anche i pozzi.
In questi casi andremo a parlare prevalentemente di microalghe che, data la loro natura, riescono a passare attraverso i sistemi di filtrazione non correttamente scelti e dimensionati. Queste si muoveranno nel sistema irriguo sino ad arrivare al punto di erogazione del gocciolatore.
La presenza di luce, nutrimento e ovviamente acqua farà sì che vi possa essere una ripresa vegetativa e che nel suo accrescimento questo possa interessare la parte terminale del gocciolatore, andando pertanto ad occludere parzialmente o totalmente l’erogazione stessa dell’acqua.
Sempre di natura organica sono le colonie batteriche, di svariata natura, che possono generare all’interno dei tubi e dei gocciolatori, anche in tempi molto brevi se le condizioni ambientali lo permettono, dei gel batterici che andranno a ridurre o interrompere l’erogazione dell’acqua.
In tutti questi casi la tecnica migliore per il controllo delle occlusioni è l’iniezione, mediante il sistema di fertirrigazione, di acqua ossigenata o perossido di idrogeno o altre sostanze ossidanti.
Questa tecnica, applicata oramai da molti anni, ha sostituito la precedente basata sull’iniezione di cloro che influiva negativamente sulle colture.
L’acqua ossigenata, acquistabile ad esempio in vasche da 1.000 litri a 110 volumi, è un potente ossidante per i materiali organici ma che degrada velocemente nei suoi due componenti, acqua ed ossigeno, senza lasciare nel terreno alcun residuo dannoso.
L’iniezione avviene in modo molto semplice, aspirando direttamente il prodotto, con tutte le dovute accortezze, direttamente nel sistema irriguo con una concentrazione compresa tra 100 e 500 ppm (mg/lt), in relazione all’intervento che si debba fare, manutenzione annuale, disinfezione, disostruzione gocciolatori.
Iniettato il prodotto si dovrà attendere un lasso di tempo utile alla reazione, verificando che il prodotto abbia raggiunto tutti i punti dell’impianto.
Data la caratteristica reazione del prodotto in presenza di materiali organici, basterà verificare che i gocciolatori più lontani dal punto di iniezioni inizino a “schiumare” indice della reazione ossidante.
Al termine del trattamento lavare l’impianto con acqua fresca, spurgando i terminali delle ali gocciolanti per asportare residui organici ed inorganici mobilizzati dall’operazione di pulizia. Aprire pochi terminali alla volta per mantenere una buona velocità e pressione di spurgo.
Nel caso in cui le occlusioni siano frequenti o la sorgente acqua sia identificata come causa delle occlusioni sarà possibile effettuare delle iniezioni continue di perossido per la sanificazione continua dell’impianto.
In questo caso la concentrazione di prodotto dovrà essere non superiore a 50 ppm e si dovrà verificare al punto di erogazione di avere un residuo non superiore a 0.5 ppm mediante appositi kit di misurazione.

È caldamente consigliato non utilizzare questo trattamento su occlusioni da materiali inorganici in quanto la capacità di disgregazione è molto limitata e quindi il trattamento completamente inefficace.
In questi casi è meglio passare ad un altro tipo di prodotto molto più efficace come l’acido fosforico, l’acido nitrico e in casi particolari l’acido acetico o citrico.
Le occlusioni inorganiche sono molo varie e non sempre risolvibili con iniezioni di prodotti chimici, possiamo trovare materiale siliceo entrato nel sistema o per cattiva filtrazione o per aspirazione dai gocciolati nella fase di svuotamento impianto, sali minerali insoluti o precipitati derivanti dalla fertirrigazione o precipitati di minerali come il ferro o il manganese naturalmente presenti nell’acqua sino ai depositi di carbonato di calcio.
Molti di questi problemi possono essere risolti con iniezioni di acido in quanto questo riesce a dissolvere o l’occludente stesso o i materiali/legami aggreganti delle particelle stesse.

I due filoni principali di trattamento sono il controllo del ferro-manganese e i carbonati di calcio.
Per quanto concerne la sabbia all’interno di un gocciolatore si dovrà operare con soluzioni impiantistiche per evitarne l’ingresso o l’aspirazione, poco potrà essere fatto coi trattamenti chimici.
Cosa ben diversa si può fare con ferro e manganese. Questi due elementi chimici, normalmente presenti nell’acqua da pozzo, possono causare differenti problemi agli impianti irrigui.

Il più comune è il ferro che nella sua forma bivalente, cioè in soluzione nell’acqua, non crea problemi. I problemi iniziano quando a contatto con l’aria il ferro si ossida a trivalente e divennta insolubile, creando occlusioni e colorando di rosso l’acqua e in alcuni casi anche le foglie delle piante.
Unico avvertimento ed attenzione è di controllare che non si formino mucillagini ai punti di erogazione, segnale che colonie di ferrobatteri stanno colonizzando il nostro impianto. In questo caso si dovrà fare un trattamento di sanificazione mediante perossido.

La stessa cosa avviene anche al manganese, che viene ossidato dall’aria e in forma ridotta diventa insolubile come per il ferro e potrebbe anch’esso occludere gli impianti.
I due minerali sono facilmente riconoscibili dalla colorazione residua che lasciano nei depositi: rossiccio per il ferro, scura per il manganese.
Nel caso avessimo questa tipologia di problema dovremo operare in testata di controllo per evitare che questi minerali si depositino all’interno dell’impianto.
Una ossidazione con aria o con acido e poi una filtrazione a quarzite potranno risolvere il problema evitando l’occlusione degli erogatori.
Saranno da calcolare volumi di acido da iniettare, tempi di reazione e capacità filtrante in funzione dei quantitativi di minerale presente nell’acqua pertanto sarà sempre necessaria una analisi dell’acqua da trattare.

Nel caso invece, trovassimo i nostri gocciolatori bianchi saremo in presenza di carbonati nell’acqua.
Anche in questo caso dovremo, mediante una analisi dell’acqua, valutare la presenza di carbonati e bicarbonati di calcio.
In entrambi i casi sarà sufficiente una fertirrigazione acida o una iniezione di acido periodica per mantenere l’impianto perfettamente efficiente.
In tutti i casi sarà sempre comunque consigliabile effettuare periodicamente alcune semplici operazioni per mantenere l’impianto efficiente sia quello stagionale che pluristagionale.
 - Effettuare gli spurghi dei terminali, soprattutto in presenza di limo nell’acqua, a metà campagna negli impianti stagionali, almeno a termine stagione negli impianti pluristagionali.
 - Effettuare un lavaggio a base acida o con perossido prima dello spurgo di fine campagna per pulire i gocciolatori.
 - Verificare l’efficienza del sistema filtrante ad inizio campagna ed effettuarne la pulizia e la sanificazione prima della pausa invernale.
- Prima di effettuare fertirrigazioni verificare le curve di solubilità dei prodotti e la loro miscibilità.
 - Controllare l’efficienza delle valvole antivuoto per evitare la suzione di impurità.

Un impianto di irrigazione efficiente deriva da una corretta gestione ed analisi dei parametri di lavoro.
Conoscere l’acqua, capirne le eventuali problematiche, intervenire in modo preventivo vi permetterà di ridurre le problematiche durante la campagna irrigua per ottenere il massimo dalla vostra campagna.

Sergio Costa
Scarabelli Irrigazione
Mail: scosta@scarabelli.it
Web: www.scarabelli.it