pubblicato il 02 febbraio 2019

Rame a micro dosi per la difesa delle piante

E' possibile ridurre sensibilmente gli apporti di rame metallo per unità di superficie mantenendo una valida azione di contrasto alle più diffuse micopatie?

TAGS: Agricoltura, Rame

Il Dipartimento di Scienze della Terra de L’Università di Modena Reggio ha brevettato un nuovo formulato a base di minerali arricchiti con rame in forma ionica. Sin dai primi test iniziati in laboratorio nel 2013 sono emerse delle proprietà molto importanti in merito alle possibili applicazioni in campo agricolo nell’ambito sia della nutrizione che della difesa delle piante.

Il dott. Daniele Malferrari, ricercatore dell’UniMORE grazie ad una convenzione con il Consorzio ViniVeri e la società Agrisana srl, è stato in grado di dare una risposta al quesito posto dal mondo agricolo: "E'possibile ridurre sensibilmente gli apporti di rame metallo per unità di superficie mantenendo una valida azione di contrasto alle più diffuse micopatie che colpiscono le coltivazioni agricole?".

E’ risaputo che il rame metallo applicato, nelle sue varie formulazioni (poltiglia bordolese, rame ossicloruro, idrossido, etc. ) sulla vegetazione ai fini della difesa fitosanitaria, dopo aver svolto la sua azione fungicida e battericida, è soggetto ad una inevitabile lisciviazione a terra dove viene via via accumulato nei primi strati trattenuto dai colloidi organici e negli aggregati argillo-umici.

Nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicati gli sforzi da parte di enti di ricerca e delle industrie dell’agrochimica per trovare formulati a base di rame sempre più performanti nella consapevolezza che pur trattandosi di un elemento indispensabile nella pratica fitoiatrica è doveroso la massima attenzione agli aspetti ambientali e alla contaminazioni

Secondo recenti studi condotti in vari Paesi dell’Unione europea, l’uso continuativo, dall’800 a oggi, dei sali rameici ha portato a concentrazioni tossiche del metallo nei terreni agricoli, con livelli che variano tra 100 fino a 1.280 milligrammi per chilo di suolo, contro valori di 5-20 mg per kg di suolo in quelle aree non usate per attività agricole. Da qui discendono le recenti normative che normano le quantità di rame metallo da impiegare: massimo 30 kg per ettaro suddivisi in 5 anni.

La risposta positiva a queste problematiche è stata resa possibile grazie all’impiego di una particolare miscela di minerali naturali di origine vulcanica appartenenti alla famiglia dei tectosilicati che hanno dimostrato di possedere una elevata proprietà di adsorbire lo ione rameico e di trattenerlo sulla vegetazione.

Sono stati condotte diverse sperimentazioni in campo, particolarmente su vigneti, dove è stato possibile arrivare a riduzioni del 70 % in peso delle ione rameico a parità di risultati nella prevenzione della più temuta avversità fungina: la peronospora (Plasmopara viticola).

Nel corso delle varie sperimentazioni condotte presso aziende agricole sono emersi altre potenzialità insite nel nuovo formulato, in particolare sono risultate ben evidenti le proprietà termo-regolatrici del residuo minerale che si è andato via via accumulando sulla vegetazione. Infatti è risultato ben evidente il livello di protezione contro le scottature da eccesso di insolazione e da temperature elevate. Questa proprietà collaterale, cioè di “raffreddare“ le superfici trattate porta indubbi vantaggi sul piano del benessere metabolico della pianta con una risposta diretta sul piano produttivo e qualitativo dei prodotti. Questo è una aspetto di grande rilevanza a fronte delle attuali tendenze di innalzamento delle temperature medie del periodo estivo-autunnale.

Il dott. Stefano Poppi, coordinatore dello staff dei tecnici incaricati nelle operazioni di campo sottolinea che, in occasione delle prossime annate di sperimentazione saranno studiati ed approfonditi altri aspetti molto interessanti, infatti oltre alla proprietà termoregolatrice del film minerale prima ricordate si andranno verificare le interferenze positive nei confronti dei più importanti fitofagi presenti sulle colture (lepidotteri, acari, afidi).

Tutti i partecipanti al progetto che hanno reso possibile e disponibile al mondo agricolo questa importante innovazione tecnologica concordano su un punto: siamo solo all’inizio di un lungo percorso certi che non mancheranno molte altre sorprese tutte a beneficio degli imprenditori e della protezione e tutela dell’ambiente. 

Per contatti:
1) Relativamente alla composizione e proprietà chimiche e mineralogiche del formulato: Daniele Malferrari, Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, Università di Modena e Reggio Emilia. E-mail: daniele.malferrari@unimore.it
2) Relativamente alle prove sul campo (test agronomici): Stefano Poppi, Agrisana s.r.l. E-mail: info@agrisanasrl.com