pubblicato il 13 aprile 2020

La luce influenza enormemente la sintesi di alcune molecole sia in orticoltura che per la canapa light

Intervista al Dott. Mattia Accorsi, Senior Light Biologist in C-LED

TAGS: Cannabis, Canapa Light, Agricoltura innovativa, Illuminazione LED, Serre, Colture protette

Prima di arrivare all’accettazione comune di determinati standard, ciascun settore industriale deve affrontare un processo di formazione volto a consolidare il proprio status di area di mercato redditizia.
Tuttavia, il settore della cannabis sembrava godere di uno status speciale. Non appena i vari paesi hanno iniziato a regolarne l’uso, l’entusiasmo è stato talmente travolgente da portare un considerevole numero di persone a credere che si sarebbe immediatamente arrivati a una standardizzazione.
La verità, però, è che serve tempo per poter delineare delle linee guida definitive. Questo discorso è particolarmente adatto alla questione cannabis, poiché il fatto che in passato questa pianta fosse illegale ha impedito a scienziati e ricercatori di studiarla in modo adeguato.
Ed è proprio questa una delle cose più importanti per Mattia Accorsi. “In qualità di ricercatore universitario, devo trovare un protocollo di gestione che mi permetta di ottenere ottimi risultati ripetibili nel tempo che diventeranno protocolli produttivi.”

Una ricerca approfondita tra accademia e azienda
Mattia è particolarmente attivo nella ricerca sull’uso della luce LED nel campo dell’orticoltura e di recente si sta specializzando sulla cannabis. “C’è molta confusione,” sottolinea. “Non solo per quanto riguarda lo stato attuale delle ricerche sulla cannabis, ma anche in relazione ai sistemi di illuminazione a LED. Il fatto è che le luci LED sono altamente personalizzabili e, per ottenere un buon prodotto, serve davvero molto tempo. Lo scorso anno abbiamo completato tutti i nostri progetti di ricerca per cui, ad oggi, possiamo considerarci dei veri e propri solution provider per i nostri clienti. Grazie alla nostra esperienza acquisita in campo ingegneristico ed agronomico, siamo oggi in grado di supportare i nostri partner e clienti in molteplici ambiti produttivi come le serre e le vertical farm.

Mattia continua spiegando che sono dovuti trascorrere 3 anni prima che lui e C-LED fossero abbastanza soddisfatti dei risultati ottenuti nelle attività di Ricerca e Sviluppo nel settore della canapa. “Assieme ai nostri partner accademici e industriali, abbiamo studiato l'interazione della luce con ogni singola variabile: il tempo di fioritura, le varie tipologie di irrigazione e svariati nutrienti, provando abbinamenti con diversi spettri LED. Alla fine, siamo riusciti a ottenere una lampada particolarmente efficiente, ovvero i nuovi corpi illuminanti a led a spettro completo da 300W e 600W: la serie COMBO C-LED.

Contestualizzazione del sistema di illuminazione
Nel progettare la nuova lampada LED, C-LED ha prestato la massima attenzione a ogni singolo dettaglio, perché non è solo la luce a far crescere una pianta. Più precisamente, ciò che conta è come la luce si contestualizza in un sistema complesso. “Per esempio, in collaborazione con diversi centri di ricerca nostri partner, abbiamo notato come alcuni spettri di luce LED favoriscano l’assorbimento di determinati macro e micro-nutrienti,” spiega Mattia. Ecco perché bisogna tenere in considerazione non solo la luce, ma anche tutto ciò che la circonda.
Secondo Mattia, la cannabis è una pianta estremamente complessa. “È incredibile il modo in cui reagisce anche alle più piccole variazioni,” sottolinea. “Questi cambiamenti possono anche essere indotti dalla luce stessa, che influenza non solo la resa finale in biomassa ma anche la sintesi di alcune molecole che possono poi esaltare la qualitàIl fatto è che la luce è in grado di stimolare la sintesi di composti funzionali attraverso l'interazione con pigmenti accessori, inoltre può indurre uno stato di stress fisiologico nella pianta la biosintesi, ovvero la produzione di metaboliti primari e secondari potenzialmente molto interessanti.

È proprio per questo che secondo Mattia, Senior Biologist di C-LED, in base al contesto in cui viene utilizzato un LED specifico, l’intero spettro, ovvero tutte le lunghezze d'onda del PAR, potrebbe non essere necessario. “A mio parere, chi lavora in una serra non ha necessariamente bisogno dell’intero spettro,” dice. “Ad esempio, non sono necessarie elevati percentuali di frequenze nell'intorno del verde e giallo, ne bastano piccole percentuali. In sostanza nelle serre si può produrre basandoci principalmente sulle frequenze del rosso e blu: per semplificare si può dire che il blu controlla la traspirazione fogliare ed impone modifiche all’habitus della pianta, mentre il rosso è principalmente coivolto a massimizzare la crescita della biomassa.” Al tempo stesso, se parliamo di coltivazione indoor, le cose cambiano leggermente. “Credo sia veramente affascinante come l’intero spettro permetta di gestire ogni singolo aspetto della pianta, così da poter controllare la qualità del raccolto attraverso la sintesi di tutte le molecole utili tra le quali vi sono i cannabinoidi o terpeni.”

In definitiva, l’impatto che i prodotti di C-LED hanno avuto sulla cannabis e sul settore dell’orticultura in generale è certamente immenso. “Credo che i LED stiano rivoluzionando i metodi di coltivazione. Le varie funzioni che il LED riesce a svolgere rispetto all’HPS, per esempio, hanno in qualche modo cambiato le regole del gioco,” sottolinea Mattia. “Da un certo punto di vista, questo è uno dei motivi per cui alcuni coltivatori sono ancora riluttanti ad adottare i LED. Possiamo offrire il nostro supporto ai coltivatori, collaborare con loro, proporre l’ampio spettro completo di C-LED per garantire loro un’ottima crescita delle piante.





 










Per maggiori informazioni:
C-LED
Via Gambellara, 34 – 40026 Imola (BO) – Italia
Tel.: +39 0542 654980
c-led.it