pubblicato il 03 gennaio 2017

Erba volant. Imparare l'innovazione dalle piante

Nel libro Erba volant il botanico Renato Bruni racconta i segreti dell’innovazione del regno vegetale

TAGS: Biodiversità, Ricerca

Si chiama biomimetica, ed è il metodo per studiare e imitare la natura garantendo all'uomo innovazioni efficaci e sostenibili. Così, le felci da appartamento che assorbono sostanze nocive diventano un modello per la depurazione dell'aria, mentre gli adattamenti sviluppati da alcune piante per resistere nei deserti forniscono idee per raccogliere acqua piovana e conservare vaccini senza frigorifero.
In altri campi, osservare il regno vegetale può aiutare a progettare reti per lo scambio d'informazioni, a pianificare nuovi approcci al marketing, a sviluppare architetture leggere ecosostenibili, a ottenere la fotosintesi artificiale.
In nove racconti-saggi che hanno per protagonista una società di consulenza molto particolare, Renato Bruni ci mostra come gli insegnamenti del regno vegetale possono venire incontro ad alcune nostre esigenze.

5 esempi di innovazione dalle piante

1. Depuratori d’aria
Le piante, si sa, sono i polmoni del nostro pianeta. Senza di esse non esisterebbe l’ossigeno che respiriamo e le foreste contribuiscono a sottrarre all’atmosfera miliardi di tonnellate di anidride carbonica che altrimenti parteciperebbero al riscaldamento globale. Ma le piante sono anche in grado di eliminare dall’aria benzene, formaldeide, e altre sostanze conosciute come Voc (Volatile organic compounds).

2. Marketing
Un caso emblematico è dato dalla pianta Pollia condensata: il frutto ha una magnifica colorazione iridescente irresistibile per gli uccelli, ma in realtà non contiene assolutamente nulla di utile per loro. P. condensata ci insegna quindi che, anche in natura, un’adeguata confezione è in grado di manipolare i gonzi. Questa magnifica colorazione, inoltre, non è dovuta a un pigmento ma alla struttura cristallina della buccia, e alcune aziende stanno tentando di imitarla.

3. Insetticidi hi-tech
Le piante devono difendersi senza potersi allontanare, e non stupisce quindi che la loro fantasia in quanto a tecnologie belliche sia tanto sviluppata. Non solo le piante producono, se attaccate, un bouquet di sostanze repellenti specifico per quell’aggressore, ma al tempo stesso rilasciano nell’ambiente delle sostanze volatili che sono in grado di preparare le piante vicine a un eventuale attacco, o di richiamare i predatori dell’organismo che le sta attaccando. Ma l’innovazione difensiva delle piante non si limita alla chimica, c’è anche la scienza dei materiali. L’epidermide di Phaseolus lunatus (il fagiolo di Lima) è ricoperta da microscopiche appendici (tricomi) in grado di intrappolare le zampe di diverse specie di insetto.

4. Animazione sospesa
Perché le piante ci sembrano così aliene? Una delle ragione è che molte vivono a una scala temporale diversa dalla nostra: non solo alcune vivono per centinaia, o anche migliaia di anni, ma il regno vegetale ha escogitato dei meccanismi di animazione sospesa che fanno impallidire quelli degli animali. Esistono numerosi esempi di semi germinati dopo molti secoli, ma forse non sapete che alcune specie di muschio possono riprendere a vegetare dopo anche 1.500 anni all’interno del permafrost: basta che sopravvivano poche cellule, e allo scioglimento dei ghiacci (ora in aumento a causa dei cambiamenti climatici) queste cominciano a costruire un nuovo individuo.

5. Energia sostenibile
La fotosintesi clorofilliana è un processo enormemente complesso che abbiamo ben poche speranze di replicare integralmente, tuttavia lo scopo della biomimetica non è l’imitazione fine a se stessa, ma la risoluzione dei problemi. Ispirandosi alle foglie, gli scienziati sono riusciti a costruire delle celle all’interno delle quali la luce crea, per effetto fotovoltaico, una corrente elettrica che viene utilizzata per scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno.