pubblicato il 13 marzo 2012

Energia, fertilizzanti e agrofarmaci: l’UE riduce l’impatto delle serre

Euphoros, un progetto di ricerca europeo per ridurre del 50% l'energia nelle serre, del 30% l'uso di acqua e concimi e del 10% gli agrofarmaci.

   Benchè il mondo ambientalista, da anni suggerisca ed inviti i cittadini a consumare prodotti di stagione, la produzione in serra è divenuta un'attività essenziale per l'approvvigionamento quotidiano di frutta, verdura e fiori.
   Attività che non passa inosservata, data la quantità di rifiuti, agrofarmaci, fertilizzati ed energia che comporta. Consumi che si traducono in un pesante impatto ambientale e in un non trascurabile peso economico da sostenere per i bilanci degli imprenditori agricoli. Ecco dunque l'idea alla base del progetto di ricerca europeo Euphoros: lavorare alla riduzione del 50% della quantità di energia utilizzata nella produzione di piante coltivate in una serra, diminuzione del 30% nell'uso di acqua e fertilizzanti, riduzione del 10% in quello di agrofarmaci, mantenendo, ovviamente, elevati standard di produzione e di ritorno economico per i coltivatori.

   «L'impronta ecologica della produzione in serra - spiega Cecilia Stanghellini, responsabile del progetto scientifico - può essere ridotta a quasi niente, ed i costi di gestione per i coltivatori possono essere diminuiti. Per esempio, e' stata una sorpresa scoprire che i coltivatori potrebbero guadagnare di più da una migliore gestione del sistema di irrigazione, che serve anche per salvare l'ambiente, naturalmente».

   Il progetto quadriennale, finanziato dall'Unione Europea, coinvolge cinque centri di ricerca leader e cinque imprese commerciali in sei paesi dell'Ue, costa circa 4,5 milioni di euro e le ricerche, avvenute in Regno Unito, Spagna, Italia, Ungheria e Paesi Bassi sono state orientate a testare l'installazione di un impianto, inclusi i materiali e le tipologie delle serre utilizzati nei diversi paesi.

   Al vaglio dei ricercatori numerose idee innovative, tra le quali l'ipotesi un prototipo in grado di immagazzinare il calore in eccesso durante il periodo estivo, per poi rilasciarlo in tutta la serra in inverno. Un grosso passo avanti sarà infatti la riduzione della quantità di combustibili fossili utilizzati, soluzione alla quale i ricercatori stanno assiduamente lavorando.