pubblicato il 15 novembre 2011

Biofumigazione fragola: Potenzialità applicative di nuovi materiali solidi e liquidi per la biofumigazione

La biofumigazione nelle rotazioni orticole è una delle possibili tecniche in grado di apportare ai terreni agrari sostanza organica con un’azione biocida.

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   Lo stabile inserimento della tecnica della biofumigazione nelle rotazioni orticole è una delle possibili forme sostenibili in grado di apportare ai terreni agrari significative quantità di sostanza organica con un'azione ammendante e biostimolante.
   L'applicazione in pieno campo e in coltura protetta delle colture biocide è rinnovabile, biodegradabile, generalmente ipotossica e non contribuisce all'innalzamento dei gas serra, svolgendo un effetto di sequestro della CO2 nei terreni.
   Una "bioraffineria" che, attraverso un utilizzo integrale della biomassa, consente un impatto positivo sulla salute degli operatori e del consumatore.

 Oltre quarant'anni di un approccio esclusivamente chimico nella fertilizzazione e nella difesa delle colture agrarie ha permesso un notevole incremento e la stabilizzazione delle produzioni, ma, nello stesso tempo, anno dopo anno, ha determinato un progressivo aumento dei fenomeni di stanchezza del terreno. Le cause vanno ricercate nell'insorgenza di resistenza ai fitofarmaci, ma soprattutto nel progressivo depauperamento del tenore di sostanza organica nei suoli agrari, intesa non soltanto come insieme di sostanze più o meno umificate, ma anche come biomassa che svolge un ruolo fondamentale negli aspetti nutrizionali e sanitari del terreno stesso.

   I limiti e gli svantaggi di un approccio di gestione delle colture esclusivamente basato sulla chimica di sintesi risultano particolarmente evidenti nell'agricoltura intensiva, quale il settore orticolo, soprattutto se in coltura protetta, ove il ricorso all'uso dei prodotti chimici è stato particolarmente abbondante ed in alcuni casi sconsiderato.
   Questa problematica non riguarda solo l'ambiente e la salute degli operatori, ma anche la quantità e la qualità nutrizionale e commerciale delle produzioni ed è semplicistico ritenere che sia possibile risolvere tutte queste problematiche attraverso l'individuazione di nuovi prodotti chimici ad elevata attività, prospettiva peraltro non
semplice in considerazione delle norme sempre più restrittive e la proibizione di numerosi prodotti fumiganti ampiamente usati in passato, quali il bromuro di metile. Proprio nei settori ad elevata intensità colturale, tra cui anche la fragolicoltura...continua...dal link qui sotto è possibile scaricare un approfondimento sull'argomento biofumigazione pubblicato su Frutticoltura n.6 del 2009.
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Si ringrazia per la gentile concessione il Dr. Luca Lazzeri, Ricercatore presso il CRA-CIN di Bologna