pubblicato il 28 novembre 2013

40 anni del CRPA attraverso l'evoluzione dell'Agricoltura Italiana

Festeggiato il 22 novembre scorso, in un workshop: "Un punto di arrivo, ma soprattutto un punto di partenza"

   Quarant'anni di ricerca applicata nel settore agro-zootecnico: questo il traguardo raggiunto, e festeggiato il 22 novembre scorso presso il Tecnopolo di Reggio Emilia con una serie di iniziative, dal Centro Ricerche Produzioni Animali - CRPA spa di Reggio. Un punto di arrivo, ma soprattutto un nuovo punto di partenza.
   Questo il senso del workshop "Centri per la ricerca applicata e il trasferimento della conoscenza: quale ruolo in Horizon 2020 e nei PEI-AGRI?", al quale hanno partecipato cinque degli istituti di ricerca europei più importanti.
   Horizon 2020 e i PEI-AGRI sono i nuovi strumenti dell'UE per finanziare la ricerca che, rispetto al passato, dovrà essere sempre più al servizio di chi deve applicarla nei processi di produzione. La ricerca, insomma, dovrà sempre più interagire con la società, attraverso la creazione di gruppi di interesse anche riuniti in reti tematiche transnazionali e interdisciplinari all'interno dei quali raccogliere le necessità di innovazione e trovare partner per lavorare e che assicurino il trasferimento dei risultati della ricerca.

   Il confronto con le esperienze portate dai vari centri europei ha fatto emergere alcune delle peculiarità del CRPA: innanzi tutto l'essere una partecipata pubblica ma senza finanziamenti diretti, condizione che lo rende indipendente dalle logiche di profitto, ma che l'ha sempre obbligato a confrontarsi con il mercato, perché la capacità di raccogliere i bisogni degli agricoltori proponendo innovazione è sempre stata lo strumento per avere quella credibilità e le competenze necessarie per accedere con propri progetti ai finanziamenti regionali, nazionali e internazionali, e per essere partner in ricerche di altri entri o di privati.

   Una caratteristica che rende il CRPA, come evidenziato da Egizio Valceschini, special adviser per gli Affari europei presso l'INRA francese nella sua valutazione sull'adeguatezza del CRPA nel contesto della ricerca applicata europea, già pronto a ragionare nell'ottica di Horizon 2020 e dei PEI-AGRI, anche se occorrerà sviluppare una capacità di programmazione a media e lunga scadenza per cogliere appieno, per il CRPA ma anche per l'agricoltura e la zootecnia italiane, le opportunità offerte.

   Per celebrare i suoi primi 40 anni, il CRPA ha pubblicato "Quarantanni - La storia, i protagonisti, i fatti", un libro (scaricabile a partire dai prossimi giorni dal sito www.crpa.it ) che è un viaggio in tanti anni di lavoro visto attraverso il contributo dato all'evoluzione dell'agricoltura e della filiera agroalimentare dell'Emilia-Romagna, ma non solo.
   Si scopre così il CRPA ha contribuito fortemente al progresso dell'agricoltura, della sensibilità ecologica e dell'etica del benessere animale, spesso precorrendo i tempi e andando anche controcorrente, come quando negli anni '70 studiava già le caseine del latte per una valutazione qualitativa dell'attitudine della materia prima alla trasformazione in Parmigiano-Reggiano, che ha contribuito nel tempo a rivedere le scelte genetiche degli allevatori e a capire e migliorare i processi di caseificazione del formaggio. Degli stessi anni l'impegno per sensibilizzare gli agricoltori sulla corretta gestione degli effluenti zootecnici attraverso lo stoccaggio e l'adozione di tecniche che ne riducessero il volume come la pulizia a secco delle porcilaie. Del 1979 il primo progetto - finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con la partecpazione anche di industrie nazionali tra le quali Snamprogetti ed Eni con Agip - per la produzione di biogas in zootecnia.

   Obiettivo del CRPA è sempre stato il miglioramento della qualità delle materie prime - foraggi, latte e carne - e dei prodotti trasformati, con la valorizzazione dei sottoprodotti - reflui zootecnici e scarti della lavorazione agro-industriale - al fine di rendere l'agricoltura moderna, economicamente remunerativa, sostenibile dal punto di vista ambientale e capace di valorizzare le produzioni del territorio di origine.
   Questo il ruolo chiesto oggi all'agricoltura e proprio in questo sta la quarantennale modernità del CRPA, che dal 1972 ad oggi ha realizzato 1.500 progetti grazie alla professionalità di 1.330 tra dipendenti e collaboratori, pubblicato più di 2.000 tra articoli e opuscoli tecnici e oltre 200 tra libri ed e-book e realizzato oltre 450 tra convegni e incontri tecnici.
   La Regione, rappresentata al workshop dal responsabile del servizio ricerca, ha confermato la propria adesione convinta all'approccio indicato dalla Commissione Europea, l'intenzione di sostenere la gestione regionale dei gruppi operativi del PEI-AGRI e di valorizzare, migliorandolo, quanto fatto finora in termini di supporto ai sistemi della conoscenza agricola. Ciò anche al fine di rendere possibile la partecipazione delle strutture più adeguate del sistema a partenariati per i progetti di ricerca all'interno di Horizon 2020.

   Oltre al workshop del mattino, per i suoi festeggiamenti il CRPA ha organizzato un incontro - al quale ha partecipato l'assessore all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni - per riunire tutti coloro che hanno contribuito a farlo progredire lavorando nella struttura o collaborando alla realizzazione delle sue tante ricerche. Un pomeriggio di ricordi, interviste, convivialità che ha riportato al centro le persone e i rapporti di stima e umani che le uniscono e che sono parte integrante del patrimonio e del successo del CRPA.

Per informazioni:
Centro Ricerche Produzioni Animali - C.R.P.A. S.p.A.
Viale Timavo 43/2 - 42121 Reggio Emilia
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