pubblicato il 28 marzo 2013

Orti urbani: una moda ed un modo di vita che cresce, parola di un imprenditore green

Non solo quelli del Comune, un privato mette in affitto i terreni di sua proprietà. E l'operazione si rivela vantaggiosa anche per gli affittuari.

   Non è cosi facile coltivare un orto, la terra è bassa, piove, fa freddo, o si muore di caldo. E poi non ci si può andare in vacanza, bisogna innaffiare, raccogliere, ecc., quando invece al supermercato l'insalata la si può trovare già bella e pronta da condire.
   Eppure... " eppure i nostri orti privati hanno una lista d'attesa che al momento è di 220 famiglie", lì ad aspettare che qualcuno abbandoni, - questà è l'esperienza di Claudio Cristofani, un imprenditore verde di Milano, che ha avuto l'idea di investire in un settore che non esisteva, anzi non esiste ancora, non essendo riconosciuto dal piano regolatore, e che ha trovato invece un mercato vivace ad attenderlo, che ha fatto man bassa dei suoi orti privati.
   Il terreno della sua famiglia non era edificabile, se ne stava fermo in via Chiodi, 2,5 ha nel quartiere Barona, in attesa che il Comune decidesse se annetterlo al vicino Parco pubblico. In qualche modo, Cristofani è riuscito a farne un tesoro: economico e sociale.

    Come cambia la vita di un quartiere riqualificato "in verde"? Cambia l'aspetto urbanistico, ma dopo 10 anni cambiano le abitudini della gente, addirittura cambiano i loro gusti alimentari, e poi cambiano le relazioni. Prima di tutto, coltivare la terra è probabilmente l'unico modo efficace per diffondere sensibilità ambientalista. Avere esperienza diretta di cosa è un terreno fertile, aver cura del creato, per dirla alla Francesco I, significa dare il giusto peso alle cose e tutto viene di conseguenza: la gestione dei rifiuti, il rapporto con il clima, capisci i danni dello smog e inizi a muoverti in bici o a piedi.  
   Nei loro racconti, chi coltiva la terra spiega il grande valore di un cibo che è buono naturalmente, colto e gustato. C'è gente che non mangiava verdure e ora non mangia altro. I bambini vengono e giocano con i conigli. Tutti diventano contadini-dentro, rispettosi, e capiscono cosa vuol dire terra e cosa asfalto, cose che si danno per scontate diventano chiare senza bisogno di leggere libri.

   Il terreno è stato suddiviso in 180 lotti per 180 famiglie che pagano 360 euro l'anno, iva compresa. Il costo è circa il doppio di un orto comunale, ma con notevoli vantaggi: gli orti comunali sono destinati unicamente ai pensionati. Io recluto in modo indifferenziato: chi si collega al sito è messo in lista d'attesa. Non si valutano le caratteristiche del richiedente, se ricco o povero, mentre gli orti comunali vanno in genere ai redditi bassi. Ci sono poi differenze nel tipo di allestimento: c'è tanto verde intorno all'orto, un po' di prato per i bambini, e un po' di prato per il pic nic della domenica, e loro si organizzano. I lotti sono più grandi e comodi. Gli orti comunali sono per gli anziani, i miei sono per le famiglie, giovani e anziani compresi.

   E' conveniente? L'impresa guadagna, nonostante alcuni ostacoli, il vantaggio è più che buono. Prima di tutto il terreno deve essere chiaramente non edificabile, perché altrimenti il paragone dell'investimento non regge. Poi c'è il bastone burocratico. Non essendo riconosciuti dal piano regolatore, non essendoci una politica attenta al rispetto per l'ambiente, non c'è alcuna garanzia a lungo termine per chi si apre a un'attività del genere, e non si tratta certo di un gioco da ragazzi. Iniziative del genere sono ancora sporadiche, rispetto a un mercato che invece avrebbe un futuro. La terra agricola per la cultura politica italiana è solo in attesa di diventare altro, mentre servirebbe una garanzia anche per chi decide di iniziare a coltivarla".

   Difficoltà a parte, il business è vantaggioso per il proprietario del terreno, che riceve 4.000 euro per ettaro di affitto, a cui si somma il guadagno di chi lo gestisce, con un ricavo annuo di un 15% sull'investimento, e i costi si ammortizzano dopo i primi 4-5 anni. E l'offerta è vantaggiosa anche per chi lavora la terra: ha una produzione ottima, " che da maggio a novembre evita le spese di frutta e verdura, in un momento in cui tutti siamo più attenti alla provenienza del cibo che mangiamo".

Source: wired.it