pubblicato il 02 agosto 2011

Hobby farming o l’orto “fai da te” diventa l’hobby più di moda

Oltre 1 milione di italiani sono degli hobby farmer. Per loro a breve un evento dedicato.

   Si chiama "hobby farming" e muove ogni anno un giro d'affari di oltre un miliardo di euro, coinvolgendo più di un milione di italiani ed 1,8 milioni di ettari.
   È il trend di chi sceglie di passare il proprio tempo libero curando il proprio orticello: una comunità sempre più folta di impiegati, insegnanti e professionisti, appassionati del mangiar sano e dell'aria aperta, che dopo il lavoro si cambiano d'abito e imbracciano zappa e rastrello.

   Per loro il 16 settembre ci sarà un workshop sugli Orti Urbani ed il 1° dicembre un corso di formazione. 
Organizzato da www.fritegotto.it con la collaborazione della rivista di riferimento per il settore, Vita in campagna, i due eventi interpretano molto bene le esigenze di chi si cimenta da "profano" con agronomia, concimi e sementi.

   L'hobby farmer, secondo l'identikit che ne fa Nomisma, è un uomo di 56 anni in media, generalmente pensionato (il 47,7 per cento), ma anche impiegato (il 12,2), operaio (il 9,3) o dirigente (il 2,2). Il più delle volte coltiva il suo terreno da almeno dieci anni, dedicandoci meno di dieci ore settimanali (fino a venti nel caso dei pensionati. Molto spesso ha una buona istruzione (il 46,3 per cento ha il diploma e il 21,1 una laurea) e si avvicina all'agricoltura non per tradizione né per motivi economici, ma mosso prevalentemente da input culturali: la convinzione e la fiducia in un'alimentazione sana e consapevole o la semplice attrattiva di un'attività all'aria aperta che permette di fare anche attività fisica. Il 38 per cento di loro lavora pezzi di terra avuti in eredità; l'88,6 per cento vi realizza un orto, il 65 per cento preferisce un frutteto, un vigneto o un oliveto. Si tratta mediamente di terreni che si aggirano intorno a poco più di un ettaro, mentre sempre più frequenti sono gli orticelli ricavati in piccoli fazzoletti di terra che spuntano come funghi dentro le mura cittadine e sostituiscono progressivamente i giardini privati.

   Queste cifre fotografano un fenomeno consistente, non più etichettabile come una moda passeggera ispirata dagli orti "vip" di first lady o di attrici di Hollywood, ma un fenomeno consistente e significativo, in grado di compensare parzialmente l'abbandono dei terreni agricoli tradizionali.
   In un periodo in cui continua senza sosta l'esodo degli agricoltori "di mestiere" dalle campagne, infatti, sono sempre di più quelli che in campagna ci tornano per passare il proprio tempo libero e per prendersi cura della propria salute. Sempre secondo Nomisma, i terreni destinati all'hobby farming in Italia sono arrivati a occupare una superficie totale pari a 1 milione e 800mila ettari. Una cifra considerevole, soprattutto se confrontata con il totale della superficie agricola utilizzata (SAU) che è pari a 12,800 milioni di ettari.
   Dall'ultimo censimento dell'agricoltura, risulta un perdita del 2,3% di SAU e del 32,2% di aziende agricole, vedi articolo. Incrociando questi dati con le rilevazioni da satellite, Nomisma ritiene che "i terreni coltivati non più censiti dall'Istat non siano scomparsi, ma siano passati all' hobby farming".

Tratto da Agricoltura Nuova