pubblicato il 02 dicembre 2011

Gli orti urbani ispirati alla biodiversità e non solo

Circondare le case ed i quartieri di piccole coltivazioni di ortaggi genera un ambiente confortevole.....

   La consapevolezza di avere intorno a se una complessità vivente ricca di biodiversità genera una evidente sensazione di consapevole od inconscio benessere. Questo desiderio di verde è probabilmente alla base del crescente interesse non solamente per l'esercizio del giardinaggio (considerato da Italo Calvino il più puro dei piaceri) ma anche per l'allestimento di orti urbani.
   E' stato infatti sempre più evidenziato, sia in ricerche nazionali che internazionali, che circondare le unità abitative di piccole coltivazioni di ortaggi genera un ambiente confortevole in quanto rispondente alle esigenze spesso inconsce dell'uomo.

   L'orto della "Casa bianca" di Michelle Obama non è altro che la punta dell'iceberg di un fenomeno in netta e rapida crescita. In altre parole, si sta assistendo ad una sorta di inversione di tendenza: mentre nel dopoguerra la cura dell'orto era associata ad una arretratezza economica e culturale oggi tale attività all'aria aperta è considerata come un vero e proprio lusso.
   A conferma di questa "ortomania" si può citare come in Spagna un candidato a sindaco della città di Siviglia abbia inserito nel proprio programma elettorale l'assegnazione di piccoli orti urbani per ogni cittadino che ne facesse richiesta. E' ormai da anni che anche in Italia molte iniziative comunali hanno consentito la creazione di orti sociali mirati all'implementazione dei rapporti sociali oltre che del benessere psicofisico generato dall'attività agricola. In certi casi la quotidianità di un orto assume persino la definizione di terapia dal momento che su molte riviste internazionali "hoticultural therapy" è divenuta una parola chiave di crescente interesse. Numerose sono poi le iniziative di orti sociali per anziani, orti inseriti in programmi didattici nelle scuole e persino di orti allestiti nelle carceri. In questo ultimo caso effettuato allo scopo non solamente di consentire una sorta di quotidianità dinamica (semine, trapianti, fioriture, raccolta, etc.) ma persino per riconsolidare il concetto di autostima spesso divenuto, in questi casi, di estrema fragilità.

   Altro esempio di evidente "agri-filia" è quella di Sting, cantante-contadino che, felice della scelta di vita della sua tenuta agricola in Toscana sottolinea di averla fatta anche per nutrire la famiglia con alimenti genuini ottenuti in un ambiente sano. Certamente non è da tutti avere la possibilità di disporre di un azienda agricola di ettari di superficie ma sono tuttavia molte le possibilità di assecondare la propria voglia di verde in piccoli spazi urbani.
   Sono in netta crescita gli operatori del settore delle attrezzature da giardinaggio che dedicano attenzione alla creazione materiali per mini-orti da collocare sul balcone od in altri piccoli spazi destinabili a verde. Nei casi di estrema mancanza di spazi sono sempre più pensate e realizzate soluzioni di orti pensili disposti in verticale in modo da poter essere inseriti a rivestimento delle pareti esterne degli edifici. Da non dimenticare tuttavia che tale attività può anche dar luogo alla creazione di piccoli orti pensili con materiali di recupero nell'evidenza che qualsiasi contenitore (bottiglie, cartocci di latte, sacchi etc.) può avere la duplice positività: 1) strumento di creatività pseudo-artistica "low cost" e 2) luogo di produzione di ortaggi.
   Da non dimenticare sono inoltre gli orti tradizionali a terra che seppur limitati nelle loro dimensioni possono tuttavia rappresentare una valida possibilità non solamente produttiva ma anche di esercizio fisico nonché di percezione di odori, spesso graditi, e richiamanti a periodi di contatto con le campagne ormai lontani. La percezine olfattiva di un terreno smosso, di un erba tagliata o di un fertilizzante naturale sono tipicamente generati da un complesso mondo di microrganismi amici dell'uomo.

   Oltre alle soluzioni tecniche possibili per rendere attuabili gli allestimenti di micro-orti (tradizionali a terra e/o pensili) è necessario capire meglio ciò che massimizza il livello di soddisfazione per i "neo-orticoltori urbani". Infatti, questa emergente orticoltura consente di personalizzare ciò che ognuno di noi desidera in funzione delle sue peculiari esigenze. In altre parole si può personalizzare un orto attingendo alla biodiversità disponibile non tanto negli agroecosistemi convenzionali (cultivar commerciali), quanto quelli legati ancora al passato (varietà locali di vecchie cultivar).
  
Sono in netta rivalutazione molte delle vecchie varietà di ortaggi che i cosiddetti "agricoltori custodi" hanno mantenuto in riproduzione in ambienti marginali spesso isolati dal mare o dalle montagne. E' da considerare una vera e propria "biodiversità culturale" la riscoperta di vecchie cultivar spesso collegate a usi popolari e/o ricette assolutamente collegate ad un determinato territorio.
   Viene da chiedersi: ma perché devo coltivare proprio queste vecchie varietà in un orto urbano? Prima di tutto è perché un orto urbano massimizza la sua soddisfazione nella sua unicità e quindi non appiattimento alla globalizzazione. Va poi sottolineato che frequentemente sono riscontrate particolari attività salutistiche di queste antiche varietà (disciplina detta ormai comunemente "nutraceutica"). Vi è però un ulteriore positività di queste varietà: spesso sono meno esigenti di cure (fitofarmaci) in quanto coltivate e selezionate allorquando non erano disponibili alcuni rimedi se non quelli preventivi agronomici.
  
   Oltre che il reperimento delle specie da coltivare in antichi agro ecosistemi è assolutamente importante ricordarsi della vasta gamma di biodiversità degli ecosistemi naturali. In questo ultimo caso sono molte infatti le specie spontanee valorizzabili per scopi multifunzionali: alimentari (erbe di campo), medicinali, aromatiche, ornamentali e molte altre ancora per utilizzi multifunzionali.
   In altre parole è possibile vivere una realtà opposta al fenomeno della crescente globalizzazione personalizzando un micro-orto in funzione delle personali esigenze e desiderio di creatività ed espressività. Per ottimizzare la loro gestione agronomica (esposizione alla luce, tipologia di suolo e/o substrato, apporti idrici, etc.) sarà necessario fare proficue osservazioni negli ecosistemi naturali dove esse vengono raccolte. Passeggiare negli ecosistemi con i bambini alla ricerca del "Codice da Vinci" individuabile da piccole manifestazioni della natura risulta un ulteriore vantaggio didattico per giocare insieme.
   Adulti e bambini possono avere in questi casi il convergente scopo di vivere nella natura sfuggendo con piacevole complicità dalla grigia quotidianità degli agglomerati urbani. In altre parole, questa orticoltura ispirata alla biodiversità implica che i maggiori insegnamenti siano acquisibili proprio dalle osservazioni degli ecosistemi naturali in termini di esigenze ecologiche e dinamica di crescita e di fioritura. Sarà quindi evidente come la creazione degli orti non sarà tanto una realtà che allontana dalle campagne circostanti ma che, al contrario, genera una sorta di "ponte" che tende mette in comunicazione gli ecosistemi naturali e/o agrari con quegli ecosistemi urbani laddove trascorriamo ormai la quasi totalità della propria quotidianità.

  Stefano Benvenuti
Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie - Viale delle Piagge 23, 56124 Pisa - mail: Sbenve@agr.unipi.it 
   L'autore è uno dei docenti al Corso sugli Orti Urbani, CLICCA QUI, ed inoltre è uno dei relatori al workshop "Orti Urbani e loro funzione sociale" del 16 settembre al Flormart di Padova 2011 - Per chi ne fa richiesta la sua relazione è disponibile.

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