pubblicato il 01 giugno 2011
Prove in campo di Sod Seeding e minima lavorazione
I risultati delle sperimentazioni lasciano intravedere possibilità enormi
In confronto all'agricoltura tradizionale, a fronte di rese leggermente inferiori, la semina su sodo e la minima lavorazione presentano un duplice vantaggio: un minore impatto ambientale e una riduzione dei costi di produzione.
Da un lato la concentrazione della sostanza organica negli strati superficiali limita l'erosione e favorisce il mantenimento della microfauna dei suoli, dall'altro la minore intensità degli interventi meccanici riduce le emissioni e, soprattutto, i costi di coltivazione.
Naturalmente l'applicazione di queste tecniche comporta l'adozione, da parte dell'agricoltore, di un diverso modello aziendale incentrato sulla conservazione del suolo e sulla prevenzione del compattamento ».
«Il Sod Seeding non è certo una novità - ha concluso il presidente di UNIMA, Aproniano Tassinari - e la crescita di questo metodo di coltivazione è testimoniato dalle molte Regioni italiane che nell'ambito dei PSR offrono contributi alle aziende che lo attuano.
Come associazione ci siamo interessati anni orsono all'evoluzione e alla promozione della cosiddetta "Agricoltura Blu", ma al di la del risparmio suo costi diretti, la caratteristica del minimo impatto e salvaguardia ambientale può rivelarsi strategica nel futuro prossimo, quando a partire dal 2014 la PAC premierà il "Greening" e le funzioni di tutela territoriale attraverso un apposito nuovo capitolo di aiuti diretti».
CS UNIMA 19-2011 - SOD SEEDING- RISULTATI SPERIMENTAZIONE LASCIANO INTRAVEDERE POSSIBILITÀ ENORMI.pdf (application/pdf) 41.26KB
Fonte: UNIMA