pubblicato il 15 giugno 2020

Le risorse genetiche dei legumi e il loro sfruttamento per un’agricoltura sostenibile e per la salute alimentare

Nel 2019 il rapporto IPCC ha indicato la transizione alimentare verso nuove diete a base prevalentemente vegetale

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L'assunzione di proteine vegetali per l'alimentazione umana è in aumento in molte regioni dell'UE e il mercato delle alternative a carne e latte è caratterizzato da tassi di crescita annua vertiginosi rispettivamente del 14% e dell'11% (dato europeo).
Per far fronte alla crescente domanda di prodotti innovativi e soddisfare le richieste dei cittadini di prodotti alimentari sani e rispettosi dell'ambiente, sono necessarie nuove varietà e le risorse genetiche esistenti devono essere adeguatamente sfruttate per migliorare l’adattamento delle colture agli agroecosistemi europei e per migliorare le caratteristiche qualitative tenuto anche conto dei nuovi prodotti a basi di legumi stanno avendo sempre più successo (es. pasta 100% legumi). 

Esaminando lo stato delle risorse genetiche vegetali di quattro importanti legumi alimentari tradizionali europei (ceci, fagioli, lenticchie e lupini), la ricerca mira a sviluppare strumenti e metodi di conservazione efficienti ed efficaci per favorire la biodiversità agricola in Europa e promuovere la coltivazione e il consumo delle leguminose alimentari.
La caratterizzazione e il mantenimento delle risorse genetiche dei legumi alimentari e il loro sfruttamento in agricoltura costituiscono un elemento chiave per un’agricoltura sostenibile e per promuovere la salute.

Nel 2019 il rapporto IPCC (comitato intergovernativo sul cambiamento climatico) intitolato "Cambiamento climatico e uso del suolo" (https://www.ipcc.ch/report/srccl/) ha indicato la transizione alimentare verso nuove diete a base prevalentemente vegetale rappresenta una delle più "importanti opportunità di adattamento e mitigazione ai cambiamenti climatici generando significativi benefici in termini di salute umana”.
Tuttavia, soprattutto nel campo dei legumi alimentari, gli investimenti nella conservazione dell’agro-biodiversità e nella ricerca sono estremamente limitati, portando a un potenziale genetico in gran parte inesplorato di queste importanti colture alimentari di base.