pubblicato il 03 agosto 2010

La PAC dopo il 2013

Con l’ultimo “aggiustamento” chiamato Health Check, di fine 2008, la PAC ha in sostanza chiuso il cerchio del lungo percorso di riforme avviato nel 2003 trovando così un suo assestamento

  La Politica Agricola Comune (PAC) è la politica europea che più di ogni altra ha dovuto, nel corso degli anni, rinnovarsi per poter affrontare i continui mutamenti intervenuti negli scenari economici, compresi quelli internazionali. Ciò è avvenuto non perdendo mai di vista due obiettivi principali: garantire un reddito soddisfacente agli agricoltori europei; fare i conti con un capitolo agricolo del bilancio UE sempre più ridotto. Senza, con questo, tralasciare tutta una serie di altri obiettivi collegati alla qualità delle produzioni, al rispetto dell’ambiente, della biodiversità, delle risorse idriche, ecc.
  Con l’ultimo “aggiustamento” chiamato Health Check, di fine 2008, la PAC ha in sostanza chiuso il cerchio del lungo percorso di riforme avviato nel 2003 trovando così un suo assestamento.
 
Ora, il dibattito da parte del mondo agricolo e accademico si sposta necessariamente sul futuro della PAC, ovvero su come tale importante politica europea dovrà essere strutturata dopo il 2013, anno in cui prenderà il via il nuovo periodo di programmazione finanziaria che si concluderà nel 2020.
  Non sarà semplice per i Governanti europei, e in primis per il Commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos, far convergere i diversi punti di vista che da sempre contraddistinguono gli Stati membri. Infatti, Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Paesi del nord Europa, Paesi entrati più di recente nell’UE manifestano posizioni e punti di vista differenti. Da tutti questi Paesi giungono, però, anche tante proposte da ascoltare e valutare.
La posizione del Commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos
Nuova PAC rafforzata e non ridimensionata
  Sono numerosi gli Stati membri dell’UE che spingono per ridurre, anche in maniera considerevole, il bilancio agricolo europeo, che oggi assorbe circa il 40% dell'intero budget. La schiera comprende gran parte dei Paesi del nord Europa che hanno trovato, però, nel nuovo Commissario UE all'Agricoltura, Dacian Ciolos, una certa resistenza. Sulla questione dei fondi da destinare alla PAC, infatti, il Commissario europeo, nel giorno del suo insediamento (marzo 2010), ha sottolineato di considerarsi un  riformatore ma che riformare non significa necessariamente dover ridurre il supporto finanziario al comparto agricolo, in quanto non può esistere una nuova PAC senza un budget adeguato.
Una nuova PAC per il sostegno dei redditi agricoli
  In sostanza, la prossima riforma della PAC dovrà senz’altro puntare a rendere più trasparente il modo in cui vengono distribuiti gli aiuti (questione cara all’intera collettività), ma soprattutto dovrà continuare a sostenere il reddito degli agricoltori in quanto è in gioco l'approvvigionamento agro-alimentare dell'UE. Le sovvenzioni dirette rivestono un ruolo essenziale per la stabilità dei redditi degli agricoltori, perciò – secondo il Commissario  europeo - tale meccanismo dovrà in futuro essere mantenuto. Ciolos ritiene, dunque, che l'obiettivo della Commissione non dovrà essere quello di ridurre le sovvenzioni dirette, ma trovare un equilibrio tra queste ultime e lo sviluppo rurale, affinché il sistema risulti più semplice e più equo, senza per questo mettere in discussione le regole della concorrenza.
Source: Europe Direct Veneto: http://www.europedirectveneto.com/