pubblicato il 24 novembre 2014

In Piemonte, si coltiva uva da tavola al posto dei kiwi colpiti da batteriosi

La frutticoltura si trova in un momento di evoluzione nell’orientamento produttivo e l’uva apirena può essere un’interessante novità

   La batteriosi che ha colpito le piantagioni di kiwi, nell'arco di pochi anni ha ridotto notevolmente una coltura frutticola che vedeva la provincia di Cuneo tra le principali aree di produzione in Italia. Ecco dunque che gli imprenditori del settore hanno iniziato a cercare possibili strade alternative. A seguito degli estirpi forzati causati della malattia che ha flagellato i frutteti di actinidia, diverse realtà agricole hanno cominciato a sondare produzioni diverse, con colture in grado salvaguardare il reddito agricolo e la cui produzione può avvenire utilizzando gli impianti esistenti dei kiwi, ovviamente riadattati con le necessarie modifiche.

   Tra queste alternative, di sicuro interesse è la possibilità di coltivare alcune tipologie di uva da tavola anche in Piemonte. Da questa idea è nato il progetto "Uva da tavola del Monviso". Si è partiti da uno studio della struttura e fertilità dei terreni e della climatologia del territorio e si è capito che è possibile coltivare l'uva anche in provincia di Cuneo. Nel 2011 è cominciata, così, una partnership con un importante vivaista e con un tecnico specializzato in uve apireni della Puglia. Il passo successivo è datato giugno 2012 con l'impianto di 5 vigneti di due varietà: una bianca e una rosata. La scelta per l'uva da tavola apirena nel territorio piemontese si è orientata su varietà a maturazione medio tardiva che si collocano sul mercato in un periodo che non si trova in concorrenza con il tradizionale mercato di queste uve, solitamente provenienti dal Sud Italia.