pubblicato il 22 luglio 2014

Il metodo di produzione “biologica”

L’agricoltura biologica prevede tecniche di coltivazione che evitino lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali.

   L'agricoltura biologica è un modello di produzione agricola ormai noto da anni ma che di recente, viene visto più che altro come uno strumento, a disposizione degli agricoltori, per integrare il proprio reddito. Riprendiamo, invece, il senso vero dell'agricoltura biologica e le motivazioni che hanno portato alla sua nascita.

   Il metodo di produzione "biologica" è un sistema di coltivazione e di allevamento che contempla solo l'impiego di sostanze naturali, escludendo così l'utilizzo di sostanze chimiche di sintesi. Allo stesso tempo, l'agricoltura biologica prevede tecniche di coltivazione che evitino lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria.

   L'Italia è uno dei Paesi leader nel biologico, con più di 1.160.00 milioni di ettari coltivati (9,1% del totale), secondi in Europa solo dopo la Spagna, ma siamo al primo posto per numero di operatori (quasi 50.000 nel 2012).

Tab. 1 - Superfici % coltivate in biologico in Europa - Fonte: Terra e Vita, n.15/2014 

Spagna

14

Italia

11

Germania

9

Francia

9

Polonia

6

Regno Unito

5

Austria

5

Turchia

5

Repubblica Ceca

4

Svezia

4

Altri

28

TOT

100

   Su queste superfici non si possono assolutamente impiegare fitofarmaci (diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi in genere) e concimi chimici. Si cerca di intervenire, anzitutto, in maniera preventiva, attraverso la scelta di specie resistenti alle malattie, la rotazione delle colture, la consociazione, la presenza di siepi ed alberi.

   Dal punto di vista normativo, l'agricoltura biologica è definita a livello comunitario dai Reg. CE 834/07 e 889/08 (che hanno sostituito il Reg. CEE 2092/91) e, a livello nazionale, con il D.M. 18354/09. Questi non rappresentano un punto di arrivo, ma la concreta partenza verso un modo di fare agricoltura che rispetta l'ambiente e le risorse naturali.
   Negli ultimi anni, infatti, anche in agricoltura convenzionale si sono susseguiti vari regolamenti e direttive che hanno ristretto sempre di più lo spettro di utilizzo di prodotti chimici, di cui si è fatto largo uso e abuso negli anni precedenti, con notevoli ripercussioni sull'ambiente e sulla salute umana. E non parliamo solo di fitofarmaci ma anche di fertilizzanti, prodotti a base di ormoni sintetici, apparentemente innocui ma che ancora oggi continuano ad inquinare falde e suoli agricoli.
   E' quindi necessario ricorrere a fertilizzanti eco-compatibili, a tecniche di difesa che prevedano l'impiego di predatori dei parassiti delle piante, all'utilizzo di estratti di piante che inducano anzitutto una maggiore resistenza alle piante coltivate, in modo che si possano difendere da sole, e meglio, dalle diverse avversità.

   Per essere consentiti in agricoltura biologica, i concimi devono rispettare caratteristiche rigorose, espressamente specificate dalla legge europea. In Italia è l'allegato 13 del D.Lgs 75/2010 che riporta le categorie di fertilizzanti impiegabili in bio, e quindi naturali.