pubblicato il 26 gennaio 2013

Evoluzione del tappeto erboso sportivo nella storia

Un breve percorso di come e cosa il tappeto erboso sportivo ha rappresentato per gli sport nel passato.

   Questa breve nota non intende dare un'esposizione completa di tutti gli sport che si praticano su tappeti erbosi, ma si vuole soltanto dare dei cenni dei più noti e dei più suggestivi.
   Molti di questi sport derivano da quelli praticati in tempi antichi: da giochi dei soldati romani e, prima ancora, da giochi praticati nell'antico Egitto, nell'Atene del 500 a.C., e in altri continenti, da giochi praticati dagli aztechi, o nel Tibet. Oggi, in genere, una grande percentuale di italiani identifica i tappeti erbosi sportivi con quelli che vede in televisione: cioè quelli per il calcio anzitutto e, in seconda linea, il golf (da un po' di tempo chi segue l'automobilismo, la Formula 1, è abituato a vedere sfrecciare i bolidi anche sui bordi a prato).
   Sono tanti gli sport che si praticano su tappeti erbosi, oltre al calcio ed al golf: l'hockey su prato, il tennis, l'equitazione (completo e polo), il badminton, il croquet, ecc. Molti di questi sport sono del tutto ignorati dal grande pubblico perché la TV li ignora.

   Il tappeto erboso sportivo, come lo si intende comunemente, si è originato nelle regioni centro settentrionali europee. In quelle zone infatti, il prato è verde per quasi tutti i mesi dell'anno.
Nelle regioni meridionali, sud Italia, Isole, Grecia, Cipro, paesi affacciati sul Mediterraneo il problema è differente: in queste condizioni climatiche, infatti, il tappeto erboso sportivo è legato alla assoluta necessità di acqua irrigua, anche impiegando specie macroterme.
   Lo stesso dicasi per le regioni settentrionali in cui, spesso, le caratteristiche del clima erano un tempo tali da ridurre notevolmente i mesi in cui gli sport si potevano giocare su un prato: vedremo a questo proposito come, parlando delle origini del golf, questo si giocasse anche sul ghiaccio.
   La maggior parte dei cosiddetti "sportivi" considera i tappeti erbosi come uno strumento che fa parte del calcio. In ogni caso il tappeto erboso sportivo ha subito e subirà sempre più evoluzioni in relazione al fatto che gli sport si praticano in continenti diversi, paesi diversi, con tradizioni diverse, si impiegano tappeti erbosi diversi, gli sport si praticano e si ripetono sullo stesso terreno con tempi diversi.
   Il golf in effetti è nato in Olanda e si chiamava "Spel Metteln Kolve", esistono documenti del 1162 che lo attestano; questo golf si giocava anche sul ghiaccio.
Poiché i fiamminghi hanno avuto una tradizione artistica molto più vivace di quella scozzese restano molti documenti (disegni e dipinti) sul golf olandese e pochi su quello che si giocava in Scozia. Inoltre la tradizione commerciale olandese fece sì che fin dal X° secolo i Re scozzesi favorirono la immigrazione di colonie fiamminghe per la lavorazione della lana e del ferro, e si presume che questi immigrati importassero in Scozia il gioco "Spel Metteln Kolve" dall'Olanda.
   Gli olandesi importarono anche le prime mazze da golf e i fabbricanti di archi scozzesi diventarono anche fabbricanti di mazze (sarebbe un po' come se l'industria italiana dei missili, delle mine e dei velivoli da combattimento si mettesse all'improvviso a fabbricare mountain bikes e attrezzi per il fitness). Re scozzesi, in periodo di guerre con l'Inghilterra, con tre atti parlamentari, dal 1457 al 1491, proibirono il golf ed il "futebol" in quanto questi due sport distraevano i sudditi dall'esercizio delle armi.
   Altro sport che tradizionalmente si giocava e si gioca su tappeto erboso è il Tennis, il cui nome vero, tradizionale, è lawn tennis per indicare il classico terreno da gioco; i campi in terra rossa e, successivamente, i campi su supporto in calcestruzzo o altri materiali, sono una derivazione recente. Ancor oggi, nel solo Regno Unito, vi sono oltre 2600 clubs affiliati alla LTA, la lega del tennis su prato.
   L'Hockey (hockey su prato) è uno degli sport più devastanti per il tappeto erboso, in effetti per un tappeto in buone condizioni, in condizioni climatiche continentali - mittel europee - non bisognerebbe giocare su un campo più di una volta al mese.
   La storia dell'hockey su prato è scritta da Cipriano Zino, nel libro l'Hockey per tutti curato da Sergio Mignardi e Bruno Ruscello e pubblicato dalla Gremese.
L'hockey è uno degli sport dilettantistici più diffusi: si gioca in più di 100 paesi ed in tutti i continenti.
Si può affermare che in ogni civiltà, in ogni continente sono stati trovati dipinti, sculture, decorazioni di oggetti o racconti mitici di sport (o meglio di divertimenti collettivi) di "bastone e palla" direttamente riconducibili all'hockey.
Nelle tombe egizie della valle del Nilo di oltre 3000 anni fa, un affresco lo raffigura fra i giochi dei giovani dell'epoca; nell'Atene di Temistocle (500 a.C.) un bassorilievo di identico soggetto, rinvenuto nel 1892, abbelliva le mura della città.
   I legionari romani lo praticavano; tracce iconografiche sono state trovate nelle piramidi azteche e nei templi tibetani.
Percorrendo a ritroso la storia, le tracce si infittiscono e si localizzano in Europa, in special modo in Francia e nelle Isole Britanniche, dove nel Medioevo "nasce" il termine hockey dalla congiunzione di due vocaboli dalle radici simili: l'uno bretone (francese) hoquet che vuol dire "bastone da pastore" (erano infatti curvati alla sommità), l'altro sassone (inglese) hook che significa "uncino, falce, gancio".
   I principali sport moderni vengono alla luce nell'Inghilterra vittoriana, nella metà del XIX secolo, quando la rivoluzione industriale, il telegrafo, i giornali, le ferrovie, le maggiori possibilità di istruzione e di tempo libero portano ad un deciso cambiamento delle condizioni sociali: non a caso nelle famose Public School inglesi nasce la moderna concezione dello sport, non solo momento ricreativo ma anche pedagogico, formativo del fisico e del carattere.

Sport equestri
   Gli sports equestri praticati su tappeto erboso sono essenzialmente un gioco di squadra, il POLO, ed uno sport ippico individuale, il Completo di Equitazione.
Sulle vere origini del polo non si hanno dati precisi. Probabilmente nacque in Medio Oriente, ove vi si giocava già 2500 anni fa in Persia cosi come anche in Cina. Taluni vedono nel buzkachi afgano, ancor oggi praticato, una forma primitiva di polo.
   I militari inglesi scoprirono il polo in India nel XIX secolo. Il polo era sport nazionale nello stato del Manipur e gli ufficiali inglesi lo impararono dagli abitanti i quali, in réaltà, avevano imitato un gioco del Tibet nel quale si usava la parola "pulu" per indicare la palla che veniva colpita. Forse l'origine era una caccia a cavallo nella quale si inseguiva una preda colpendola con un bastone.
A Lahore il Marajà disse ad un ufficiale inglese, il capitano Sherer, che entusiasta aveva affermato voler imparare il Polo, "badate, noi ci abbiamo messo duemila anni".
Fu il generale Robert Stewart a fondare il primo polo club nel 1859. Nel 1870 in tutta l'India britannica si giocava al polo con i piccoli pony locali.
   Il primo polo club occidentale fu fondato a Malta nel 1868 dagli ufficiali britannici che facevano tappa nell'isola durante i loro viaggi per e dall'India. In Inghilterra il primo incontro di polo fu giocato nel 1869 ad Aldershot.
Ben presto fu Hurlingham a diventare il più importante polo club. Oggi é la sede della lega del polo britannico e ne definisce le regole. Da li il Polo si diffuse in tutta Europa, in America, in Argentina, in Africa.
   In Argentina il polo arrivò nel 1877 portato dagli inglesi. In questo paese lo sport trovò il terreno più fertile che si potesse immaginare per il suo sviluppo grazie alle infinite praterie della pampa, alle straordinarie capacità equestri dei gauchos ed alla disponibilità praticamente illimitata di cavalli.
   Oggi il polo è lo sport nazionale in Argentina ed i migliori giocatori del mondo (Handicap 10) sono tutti argentini.
Il Polo è stato disciplina olimpica ai giochi del 1900 a Parigi, 1908 a Londra, 1920 in Belgio, 1924 a Parigi, 1936 a Berlino.

Il concorso completo di equitazione
   Il Concorso Completo di Equitazione costituisce, come indica il suo nome, la prova combinata più completa. Richiede da parte del cavaliere esperienza in tutte le discipline equestri in proporzione alla prova da affrontare, ed una precisa conoscenza delle possibilità del proprio cavallo.
  Il Concorso Completo di equitazione, chiamato anche semplicemente Completo, comprende tre distinte prove nelle quali il cavaliere monta lo stesso cavallo:
 1) una prova di addestramento
 2) una prova di fondo
 3) una prova di salto ostacoli.
Il tappeto erboso è sollecitato violentemente dagli zoccoli dei cavalli.
   Le origini del CROQUET sono un poco nuvolose. Alcuni ritengono che il gioco francese abbia avuto sviluppo dal centro commerciale del Pall, mentre altri ritengono e collegano il centro commerciale del Pall di più per il golf che per il croquet. Pare che il gioco abbia viaggiato dall'Irlanda in Inghilterra verso 1851
La Signora Macnaghten osservò i contadini in Francia giocare con i cerchi fatti dei rami del salice inseriti nelle parti di legno e li introdusse in Irlanda.
   Intorno al 1850, il sig. Spratt fissò le regole scritte nel 1851. Spratt poi ha passato il gioco a John Jaques che lo ha disputato con attrezzature copiate dai modelli che comprò in Irlanda.
In ogni caso, Jaques fu il primo a costruire l'attrezzatura e a commerciarla normalmente e nel 1864 ha pubblicato il suo primo codice completo delle regole. Da allora l' attrezzatura costruita da Jaques si è evoluta non mutando di molto nel tempo.
   Inizialmente il croquet era molto popolare fra le donne. Questo gioco, infatti, costituì una nuova esperienza per poter giocare all'aperto, in quanto a quei tempi le signore non uscivano spesso all' aperto da sole o senza chaperon.
La popolarità del gioco si è sviluppata nel 1860 dove i patiti del giardino hanno cominciato ad essere denominati patiti del croquet.

   Come le BOCCE in Italia ed il PETANQUE in Provenza, il BOWLING DA PRATO è derivato da un gioco praticato dai soldati romani in cui pietre piatte venivano gettate verso un bersaglio (come lo "Zaccagno" di Bologna che chi vi parla ha giocato fino agli anni '50).
   Il più vecchio campo verde da Bowling inglese risale al 1299 e, nel 1511, il Re Enrico VIII (quello delle mogli e dello scisma di Inghilterra) ne vietò l'esercizio imponendo una tassa di 100 Sterline sui campi.
   Tante sono le notizie, curiose, che si ritrovano sugli sport che si praticano su tappeti erbosi: un capitolo speciale, poi, sulla gestione e cura del tappeto erboso; solo per citare un esempio, ancor oggi i più classici autori di testi di tecnica di gestione del verde ( Hugh Jonson tra questi), sostengono che il taglio con le macchine ad asse rotante orizzontale deve essere completato a mano, da tecnici esperti nel rasoio.
   Uno degli sport che pare praticassero i popoli del centro America, su prato, non prevedeva, pare, vinti in quanto questi venivano sacrificati. Non vi sono notizie su che cosa accadesse al pubblico se invadeva il campo o se faceva scommesse. Ci auguriamo che volonterosi archeologi approfondiscano questi aspetti onde poterli suggerire, tra le tante cure, agli attuali campioni di calcio.

Tratto da: Atti del Seminario tecnico su "Gestione del patrimonio acqua nei campi sportivi"
Facoltà di Agraria, Bologna
Alessandro Chiusoli, Alberto Minelli
Cattedra di Paesaggistica, Parchi e Giardini, Dipartimento Colture Arboree