pubblicato il 28 maggio 2013

Cosa sono le curve di mineralizzazione dei concimi organici?

Buono a Sapersi! Una rubrica tecnica di ILSA ci spiega come funzionano

   Diciamo spesso che i microrganismi del suolo sono importanti e che le matrici organiche dei concimi organici  riescono a stimolarli secondo determinate condizioni condizioni, a tutto vantaggio di una nutrizione equilibrata per le piante.
Ma come accade questo e come Ilsa riesce a misurare questi
processi?
   Grazie alle cinetiche di mineralizzazione. Con queste analisi, Ilsa studia la trasformazione dell'azoto organico, somministrato attraverso i concimi (come Agrogel®), in forme azotate minerali utilizzabili dalle piante, attraverso quei processi biochimici di trasformazione mediati dai microrganismi.

   Questi processi dipendono da fattori abiotici e biotici (temperatura, umidità, pH, concentrazione di ossigeno, rapporto C:N, presenza di batteri nel suolo) e possono essere espressi attraverso diversi metodi. Ilsa lo fa attraverso le curve di mineralizzazione dell'azoto nel suolo e, successivamente, con le curve della biomassa cumulata.

Cosa sono le curve di mineralizzazione?

   Esprimono la quantità di azoto minerale, in forma di NO3 e NH4+, rilasciato nel suolo in seguito ai processi di mineralizzazione a carico dei batteri. Questa quantità viene espressa in ppm (parti per milione), mg/kg di suolo o percentuale sull'azoto aggiunto. Le curve di mineralizzazione, quindi, esprimono l'intensità con cui i concimi azotati vengono ossidati e, di conseguenza, la velocità con cui l'azoto è reso disponibile alle piante.

   Generalmente le curve di mineralizzazione Ilsa sono di tipo cumulato, cioè ad ogni intervallo di misurazione, si somma tutto l'azoto rilasciato dall'inizio del processo. Ciò permette di rappresentare in maniera continua l'andamento della degradazione del fertilizzante nel tempo.
   L'attività dei microrganismi è influenzata da diversi fattori, tra cui molto importante è la temperatura del suolo: il range ottimale per il processo di mineralizzazione è di 25-30°C; quando invece le temperature sono basse, l'attività dei batteri è fortemente rallentata o bloccata.
È stato dimostrato invece che l'umidità del suolo non riveste un ruolo fondamentale nell'attività dei microrganismi, fintanto che non si superano valori tali da ''asfissiare'' i suoli, non modificando in maniera incisiva la cinetica di mineralizzazione dei concimi.

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