Il cavolfiore è una coltura che viene coltivata in quasi tutti i terreni ma preferisce i terreni ricchi di sostanza organica. La pianta ha esigenze idriche non indifferenti ed è poco resistente alla siccità.
Il valore del pH del terreno ideale deve essere circa 6,5, ma può aumentare ed avvicinarsi a 7,0-7,5, al fine di contrastare meglio la Plasmodiophora brassicae che provoca l’ernia del cavolo.
Il cavolfiore teme: gli eccessi d’azoto, che possono creare problemi di qualità al frutto (infiorescenza); le carenze in boro, che provocano delle deformazioni vegetative sul fusto, dove la parte interna diventa nera, fino a creare delle cavità all’interno del fusto stesso; le carenze in molibdeno, che possono dare delle foglie bollose e deformate; infine, il cavolfiore è molto esigente in calcio e, come tutte le crucifere, in zolfo.
1. Dati Statistici
La coltivazione del cavolfiore e Cavolo broccolo in Italia ha un’estensione di circa 17.000 ettari in pieno campo. E’ coltivato principalmente nelle seguenti regioni:
Fonte: ISTAT 2010
2. Asporti e fabbisogno di nutrienti
Le rese in infiorescenze ed in foglie variano molto secondo le diverse varietà di cavolfiore, la stagione e le località di coltivazione.
In tabella si riporta qualche dato, corrispondente agli asporti totali effettuati in una coltura, considerando tutta la materia vegetale asportata dal campo.
In realtà una parte della pianta rimane sul campo, l’infiorescenza viene raccolta anche con una parte di foglie e di fusto, e magari viene poi rifinita la lavorazione per il confezionamento in magazzino.
Tabella degli asporti di nutrienti
I valori riguardano le asportazioni di una coltura in produzione
3. Ruolo e apporto dei nutrienti
Il cavolfiore reagisce in maniera evidente alla concimazione, soprattutto a quella azotata e/o fosfo-azotata. Non bisogna trascurare la concimazione potassica, visto l’incidenza che questo elemento ha sulla qualità della produzione. La somministrazione di fertilizzanti a base di zolfo sembra faccia aumentare la produzione. Come anche per gli altri cavoli, anche il cavolfiore richiede buone disponibilità di calcio.
Azoto
La concimazione azotata deve essere frazionata in funzione delle disponibilità del terreno. Per un impianto in fine estate autunno, la somministrazione di azoto dovrà essere limitata o quasi nulla. Nel caso la coltura di cavolfiore sia stata preceduta un cereale, con il relativo interramento della paglia, o in un terreno povero di sostanza organica, l’apporto di azoto dovrà essere più consistente.
Per una produzione estiva, si considera che il cavolfiore venga trapiantato in un terreno teoricamente dilavato dalle piogge primaverili, percui la concimazione azotata dovrà fornire la totalità del fabbisogno della coltura, frazionando gli apporti.
Eccessi di concimazione azotata oltre a rendere la pianta più sensibile alle malattie, si possono avere accumuli di nitrati nell’infiorescenza. Sembra che la forma di azoto nitrico-ammoniacale sia quella che da i migliori risultati.
Fosforo
In un terreno normalmente dotato, l’apporto di 50-80 unità prima del trapianto sono sufficienti.
Potassio
Il consumo di potassio da parte del cavolfiore è da 3 a 4 volte più elevato rispetto al fosforo. Si potrebbero avere dei consumi di lusso. Nel caso di una coltivazione tardiva a ciclo lungo, una parte del potassio potrebbe essere meglio frazionarlo. Si preferisce apportare il potassio sottoforma di solfato visto l’esigenza di zolfo della pianta. Una carenza di potassio ha per conseguenza una produzione d’infiorescenze più leggere.
Magnesio
I cavolfiori sono sensibili alle carenze di magnesio in terreni poveri di magnesio, per cui attenzione alla scelta del fertilizzante, sono da preferire NPK contenenti MgO oppure del solfato di potassio magnesiaco.
Zolfo
L’apporto di questo elemento è normalmente realizzato attraverso i fertilizzanti contenenti zolfo, come: solfato di potassio, solfato di potassio magnesiaco, solfato ammonico, ecc.
Boro
L’apporto al terreno può essere realizzato con vari fertilizzanti contenenti anche boro o con fertilizzanti a base di boro come la borace.
La somministrazione fogliare si può effettuare con specifici prodotti fogliari a base di boro.
Molibdeno
Le carenze in molibdeno sul cavolfiore, sono spesso legate al pH basso del terreno. Insieme al carciofo ed alle graminacee, il cavolfiore è una delle piante che trattiene e concentra molto questo elemento nelle foglie. Per cui è bene essere prudenti nell’apporto di molibdeno alla pianta.
A titolo preventivo può essere efficace utilizzare fertilizzanti NPK con microelementi contenenti molibdeno o se necessario intervenire con applicazioni fogliari.
Tabella degli apporti di nutrienti
4. Tecnica di coltivazione
Il trapianto è la tecnica d’impianto più diffusa. Quando le piantine hanno 4-6 foglie e 15-20 cm di altezza vengono trapiantate in pieno campo. Le operazioni più importanti sono la concimazione, il diserbo e l’irrigazione.
Il cavolfiore è molto sensibile agli sbalzi idrici. Questi provocano prefioritura che si traduce in un notevole scarto di produzione al momento del raccolto.
Mediamente sono necessari 2-3 interventi subito dopo il trapianto per facilitare l’attecchimento e, soprattutto per le varietà precoci in annate siccitose, intervenire con ulteriori 2-4 irrigazioni durante il corso della coltura.
L’irrigazione è indispensabile nel periodo primaverile-estivo soprattutto in fase di trapianto e d’ingrossamento della testa.
Il valore del pH del terreno ideale deve essere circa 6,5, ma può aumentare ed avvicinarsi a 7,0-7,5, al fine di contrastare meglio la Plasmodiophora brassicae che provoca l’ernia del cavolo.
Il cavolfiore teme: gli eccessi d’azoto, che possono creare problemi di qualità al frutto (infiorescenza); le carenze in boro, che provocano delle deformazioni vegetative sul fusto, dove la parte interna diventa nera, fino a creare delle cavità all’interno del fusto stesso; le carenze in molibdeno, che possono dare delle foglie bollose e deformate; infine, il cavolfiore è molto esigente in calcio e, come tutte le crucifere, in zolfo.
1. Dati Statistici
La coltivazione del cavolfiore e Cavolo broccolo in Italia ha un’estensione di circa 17.000 ettari in pieno campo. E’ coltivato principalmente nelle seguenti regioni:
Regione | Pieno campo (ha) |
Puglia | 3.415 |
Campania | 2.417 |
Calabria | 2.196 |
Abruzzo | 2.146 |
Sicilia | 1.948 |
Basilicata | 1.127 |
Lazio | 1.031 |
Marche | 977 |
Veneto | 419 |
2. Asporti e fabbisogno di nutrienti
Le rese in infiorescenze ed in foglie variano molto secondo le diverse varietà di cavolfiore, la stagione e le località di coltivazione.
In tabella si riporta qualche dato, corrispondente agli asporti totali effettuati in una coltura, considerando tutta la materia vegetale asportata dal campo.
In realtà una parte della pianta rimane sul campo, l’infiorescenza viene raccolta anche con una parte di foglie e di fusto, e magari viene poi rifinita la lavorazione per il confezionamento in magazzino.
Tabella degli asporti di nutrienti
Asporti medi: valori espressi da diversi autori. Unità di misura Kg/ha | |||||||
Autore | Prod. tot (t/ha) | N | P2O5 | K2O | CaO | MgO | S |
Anstett | 55 | 190 | 65 | 300 | 180 | 22 | 66 |
Tesi | 50 | 120 | 48 | 150 | / | / | / |
Hemery | 90 | 320 | 100 | 450 | 300 | 25 | 100 |
I valori riguardano le asportazioni di una coltura in produzione
3. Ruolo e apporto dei nutrienti
Il cavolfiore reagisce in maniera evidente alla concimazione, soprattutto a quella azotata e/o fosfo-azotata. Non bisogna trascurare la concimazione potassica, visto l’incidenza che questo elemento ha sulla qualità della produzione. La somministrazione di fertilizzanti a base di zolfo sembra faccia aumentare la produzione. Come anche per gli altri cavoli, anche il cavolfiore richiede buone disponibilità di calcio.
Azoto
La concimazione azotata deve essere frazionata in funzione delle disponibilità del terreno. Per un impianto in fine estate autunno, la somministrazione di azoto dovrà essere limitata o quasi nulla. Nel caso la coltura di cavolfiore sia stata preceduta un cereale, con il relativo interramento della paglia, o in un terreno povero di sostanza organica, l’apporto di azoto dovrà essere più consistente.
Per una produzione estiva, si considera che il cavolfiore venga trapiantato in un terreno teoricamente dilavato dalle piogge primaverili, percui la concimazione azotata dovrà fornire la totalità del fabbisogno della coltura, frazionando gli apporti.
Eccessi di concimazione azotata oltre a rendere la pianta più sensibile alle malattie, si possono avere accumuli di nitrati nell’infiorescenza. Sembra che la forma di azoto nitrico-ammoniacale sia quella che da i migliori risultati.
Fosforo
In un terreno normalmente dotato, l’apporto di 50-80 unità prima del trapianto sono sufficienti.
Potassio
Il consumo di potassio da parte del cavolfiore è da 3 a 4 volte più elevato rispetto al fosforo. Si potrebbero avere dei consumi di lusso. Nel caso di una coltivazione tardiva a ciclo lungo, una parte del potassio potrebbe essere meglio frazionarlo. Si preferisce apportare il potassio sottoforma di solfato visto l’esigenza di zolfo della pianta. Una carenza di potassio ha per conseguenza una produzione d’infiorescenze più leggere.
Magnesio
I cavolfiori sono sensibili alle carenze di magnesio in terreni poveri di magnesio, per cui attenzione alla scelta del fertilizzante, sono da preferire NPK contenenti MgO oppure del solfato di potassio magnesiaco.
Zolfo
L’apporto di questo elemento è normalmente realizzato attraverso i fertilizzanti contenenti zolfo, come: solfato di potassio, solfato di potassio magnesiaco, solfato ammonico, ecc.
Boro
L’apporto al terreno può essere realizzato con vari fertilizzanti contenenti anche boro o con fertilizzanti a base di boro come la borace.
La somministrazione fogliare si può effettuare con specifici prodotti fogliari a base di boro.
Molibdeno
Le carenze in molibdeno sul cavolfiore, sono spesso legate al pH basso del terreno. Insieme al carciofo ed alle graminacee, il cavolfiore è una delle piante che trattiene e concentra molto questo elemento nelle foglie. Per cui è bene essere prudenti nell’apporto di molibdeno alla pianta.
A titolo preventivo può essere efficace utilizzare fertilizzanti NPK con microelementi contenenti molibdeno o se necessario intervenire con applicazioni fogliari.
Tabella degli apporti di nutrienti
Apporti medi: valori espressi da diversi autori. Unità di misura Kg/ha | ||||
Autori | Prod. (t/ha) | N | P2O5 | K2O |
Vari | 30 | 250 | 140 | 170 |
Arvan | 30 | 100 | 70 | 160 |
Altri | 30-60 | 50-200 | 60-100 | 200-300 |
4. Tecnica di coltivazione
Il trapianto è la tecnica d’impianto più diffusa. Quando le piantine hanno 4-6 foglie e 15-20 cm di altezza vengono trapiantate in pieno campo. Le operazioni più importanti sono la concimazione, il diserbo e l’irrigazione.
Il cavolfiore è molto sensibile agli sbalzi idrici. Questi provocano prefioritura che si traduce in un notevole scarto di produzione al momento del raccolto.
Mediamente sono necessari 2-3 interventi subito dopo il trapianto per facilitare l’attecchimento e, soprattutto per le varietà precoci in annate siccitose, intervenire con ulteriori 2-4 irrigazioni durante il corso della coltura.
L’irrigazione è indispensabile nel periodo primaverile-estivo soprattutto in fase di trapianto e d’ingrossamento della testa.