pubblicato il 15 aprile 2011

Carota

Generalità e coltivazione

TAGS: Colture, Orticoltura, Carota, Concimazione

La pianta della carota è una specie erbacea (Daucus carota) appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, nota sia allo stato spontaneo (var. typicus) sia allo stato coltivato (var. sativus), diffusa in Europa, in Asia e nell'Africa Settentrionale.
    E' ritenuta originaria dell'area del mare mediterraneo, anche se alcuni autori indicano l'Asia come luogo di provenienza, dal quale questa specie orticola sarebbe stata importata in Europa agli inizi dell'Era cristiana. Questa specie era comunque già conosciuta ai tempi dei Greci e dei Romani che la utilizzavano più per scopi medicinali che a fini alimentari. Le prime notizie certe sulla carota a radice arancione, ricca di carotene ed a forma conica, risalgono al XVII secolo. Soltanto nel secolo scorso furono descritte in Francia le prime varietà.
    La coltivazione della carota in Italia ha un’estensione di circa 10.600 ettari, praticamente tutti in pieno campo. Qualche ettaro in serra viene coltivato in Lombardia ed in Emilia Romagna.

E’ coltivato principalmente nelle seguenti regioni:

Regione Pieno campo (ha)
Sicilia 3.570
Emilia Romagna 2.500
Lazio 2.200
Abruzzo 1.950
Puglia 1.120
Veneto 545

Fonti ISTAT 2009

1. Generalità
    La carota richiede dei terreni leggeri, sabbiosi, omogenei e profondi per evitare la produzione di radici deformate o biforcute. Da evitare terreni pesanti e drenati male.
La carota tollera male la salinità ed i terreni acidi.

2. Asporti e fabbisogno di nutrienti
   Le tecniche di produzione sono diverse e di conseguenza le asportazioni sono molto variabili. La tabella degli asporti riporta i valori corrispondenti ai reali fabbisogni secondo le produzioni di radici. Al momento del raccolto le foglie normalmente restano sul terreno e si reintegrano una parte degli elementi asportati.

Tabella degli asporti di nutrienti

Asporti medi: valori espressi da diversi autori. Unità di misura Kg/ha
Autori Prod. (t/ha) N P2O5 K2O CaO MgO
Anstett 60 120 70 270 35 21
Vari 50 103 35 100 25 13
Vari U. fert. x tonn di prodotto 1,6-5 1-1,8 5-8 1-3 0,5-1

I valori riguardano le asportazioni di radici per una coltura in produzione

3. Ruolo e apporto dei nutrienti
Azoto
   Questo elemento agisce sulle rese e sulla qualità, ma quest’azione dipende dal periodo d’apporto e dalla quantità.
Come agisce sulle rese: diverse esperienze hanno dimostrato che dosaggi da 0 a 400 kg/ha di azoto hanno dimostrato che il massimo della produzione si è avuta a 220 Kg/ha d’azoto, ma il massimo della produzione di radici commercializzabili è stato ottenuto alla dose tra 80 e 110 kg. A dosaggi superiori ne ha fatto le spese la qualità intesa come spaccature alle radici. A dosaggi superiori a 80 kg si è notato un aumento dell’apparato fogliare ed una diminuzione del contenuto in carotene.
   Inoltre l’eccesso d’azoto favorisce la comparsa di macchie sulle radici ed un aumento del contenuto di nitrati.
Come agisce sulla qualità: apporti precoci d’azoto favoriscono il contenuto in carotene, apporti tardivi permettono una migliore conservazione del fogliame verde (particolare interessante per facilitare la raccolta meccanica). L’azoto inoltre accelera il passaggio dalla colorazione gialla a rossa. Infine l’azoto, a dosaggi moderati, è un fattore di conservazione.
   Quantità ed epoche d’apporto: la quantità varia in funzione della ricchezza del terreno, delle precedenti colture e della varietà. Semina estiva e raccolto autunnale: 60 kg/ha; semina primaverile e raccolto inizio estate: 80 kg/ha; coltivazione in pieno campo classica: circa 100 kg/ha.
Durante le prime 6-7 settimane di sviluppo il fabbisogno è molto basso, e l’esperienza ormai ci dimostra che un apporto più frazionato possibile è sempre la migliore scelta. La fertirrigazione si rileva sempre più una reale possibilità per poter meglio gestire la concimazione azotata.
   La carenza d’azoto si manifesta con una vegetazione molto stentata, con un fogliame di colore verde chiaro, le foglie ingialliscono e si arrossano per poi morire precocemente.
Fosforo
   I terreni normalmente, a parte i sabbiosi, sono ben provvisti in fosforo. L’apporto necessario per reintegrare le asportazioni può essere realizzato in pre-semina con 60-100 unità di P2O5. La carenza di fosforo si manifesta con una vegetazione stentata, le foglie più vecchie hanno un colore tendente al violetto scuro per poi morire precocemente.
Potassio
   A dosaggi elevati, qualche volta sono stati osservati degli effetti negativi, ma si pensa siano dovuti ad una sensibilità a carenza magnesiache indotte da un elevato apporto di potassio o da un aumento di salinità. Alcune esperienze con cloruro di potassio hanno dimostrato una riduzione del contenuto in carotene e proteine rispetto al potassio da solfato.
   E’ bene conoscere il contenuto di potassio e magnesio nel terreno e di frazionare gli apporti utilizzando potassio da solfato in pre-semina e potassio da nitrato in copertura, se possibile frazionato in fertirrigazione.
   Le carenze di potassio determinano una vegetazione con un portamento striminzito, le foglie hanno i margini arrotolati e le più vecchie presentano delle necrosi ai loro margini.
Calcio
   La carota è mediamente esigente in quest’elemento. Le carenze si manifestano con appassimento delle foglie che diventano clorotiche.
Boro
    Si considera che quest’elemento abbia un ruolo importante per la nutrizione della carota. La carenza sembrerebbe essere frequente e si manifesta con una crescita stentata e con un fogliame che diventa di colore arancio. Le radici hanno un colore bruno e sono di cattiva qualità. La siccità accentua la carenza in boro.
Magnesio
   Una carenza di magnesio provoca una leggera clorosi sulle foglie giovani e delle macchie sulle foglie più vecchie, che possono seccarsi. Il magnesio viene apportato al terreno, nel caso si siano manifestati dei problemi causati dall’antagonismo potassio/magnesio, o si può intervenire con trattamenti fogliari.
Rame
   Le carenze si manifestano con un deperimento a macchie nella coltura; le foglie si decolorano alla loro estremità, si incurvano ai bordi e si seccano. Il fittone non si forma.
Zinco
   La carota si considera poco sensibile alle carenze di zinco. Nel caso di temperature fredde, un trattamento fogliare con un prodotto a base di zinco addizionato ad urea può avere degli effetti positivi sullo sviluppo.

Tabella degli apporti di nutrienti

Apporti medi: valori espressi da diversi autori. Unità di misura Kg/ha
Autori Prod. (t/ha) N P2O5 K2O CaO MgO
Vari / 60-100 80-100 200-300 / 10-20
Vari 40 150 100 200 100 20
Arvan 30 90 80 160 / /


  La concimazione organica, anche se raccomandata, è bene somministrarla alla coltura precedente, allo scopo di evitare problemi di radici biforcute o marcescenti. Si consiglia di avvicendare la carota con una coltura da rinnovo, che lasci una buona fertilità senza troppi residui pagliosi, che possono causare malformazioni alle radici.

4. Tecnica di coltivazione
La preparazione del terreno è un’operazione molto importante per la carota, al fine di evitare ristagni idrici con conseguente sviluppo di radici deformate.
In pieno campo è consigliabile un’aratura a 30-40 cm di profondità, magari abbinata a una ripuntatura, con interramento dei residui colturali che miglioreranno le struttura del terreno e aumenteranno il tenore di sostanza organica.
La semina viene normalmente effettuata con seminatrici di precisione di tipo pneumatico e utilizzando seme nudo a file distanti 15-25 cm. Si impiegano circa 5-7 kg di seme per ettaro.
Vista la sua lentezza di sviluppo nella fase iniziale, la lotta contro le infestanti deve essere molto accurata (a mano nei piccoli orti o con diserbanti selettivi in ambito professionale).
Quando le piantine hanno 3-4 foglie e sono alte 2-3 cm si procede al diradamento lasciando 60-100 piante per metro quadrato, a seconda della varietà e del tipo di terreno.
La concimazione deve essere abbondante perché la carota è molto avida di elementi nutritivi. Fosforo e potassio vengono distribuiti alla preparazione del letto di semina, l'azoto in copertura.
La raccolta viene effettuata prima che la radice abbia raggiunto il suo massimo sviluppo.
La raccolta può essere effettuata manualmente o con macchine in grado di compiere la sola escavazione o anche l'eliminazione delle foglie e del terreno dalle radici.
La coltura della carota può essere ordinaria o extrastagionale; la prima ha ciclo primaverile-estivo mentre la seconda ha ciclo estivo-autunnale o autunno-primaverile. La coltura protetta è ancora molto limitata.
Nelle colture a semina primaverile-estiva, se necessario, può diventare indispensabile intervenire con alcune irrigazioni, sia per agevolare la germinazione sia per l’accrescimento.
Irrigazione
Nelle prime fasi di crescita (emergenza - allungamento del fittone) la carota è moto sensibile agli sbalzi di umidità: gli eccessi o i ristagni sono la prima causa di marcescenza e spaccature mentre la mancanza provoca strozzature, deformazioni e limita lo sviluppo. Si evince chiaramente che un’irrigazione calibrata e costante influisce sensibilmente sulla qualità e quantità della produzione. In generale le condizioni ottimali di umidità del terreno si ottengono irrigando con volumi modesti e ripetuti.
Il metodo irriguo a pioggia fine (con micro-spinkler) è il più usato e in abbinamento a questo si sta diffondendo anche la tecnica della fertirrigazione che evita le concimazioni di copertura e di conseguenza l’uso del trattore con lo spandiconcime. Ma il vero grande vantaggio della fertirrigazione è la sua efficienza, in quanto permette di nutrire la coltura con interventi di fertirrigazione anche giornalieri.