pubblicato il 01 gennaio 2015

Addio al polistirolo per le industrie alimentari?

Arriva il Polypla, sostituto biodegradabile: costa di più, ma il risparmio in smaltimento e impatto ambientale è enorme.

   I materiali bio-based per l'industria alimentare e l'agricoltura saranno al centro dei prossimi Saloni dedicati alla bioeconomia a CremonaFiere: BioEnergy Italy, Green Chemistry Conference and Exhibition e Food Waste Management Conference (25-27 febbraio).

  
Nei prossimi giorni, a una cooperativa di San Benedetto del Tronto (AP) che commercializza prodotti ittici, arriveranno le prime 200 cassette realizzate in materiale totalmente biodegradabile che verranno utilizzate per lo stoccaggio e la movimentazione del pesce.
   Un addio al più conosciuto polistirolo? Se non proprio un addio, sicuramente un primo passo verso un modo diverso e più sostenibile di lavorare.

   Si chiama Polypla, è un materiale totalmente realizzato con materie prime naturali biodegradabili
"Tutto è nato da un progetto finanziato dal Fondo europeo per la pesca 2007-2013 - spiega Marco Benedetti, ricercatore e R&D Sviluppo prodotti di Green Evolution, Società che ha aderito al Manifesto di Chimica Verde Bionet sullo Sviluppo Sostenibile - in base al quale è stato chiesto di individuare un materiale alternativo al polistirolo per realizzare le cassette destinate alla conservazione del pesce. Sono state presentate ben 180 soluzioni possibili.
   Il Polypla, materiale bio-based, totalmente realizzato con materie prime naturali biodegradabili, è stato considerato il più adatto a questo specifico utilizzo".
    Ogni anno, in Italia, solo nel settore ittico circolano ben 10 milioni di cassette in polistirolo che una volta esaurito il loro impiego devono essere smaltite e conferite nella raccolta rifiuti indifferenziata. Un costo economico importante a cui si aggiunge un ulteriore aspetto non meno importante: l'elevato livello di inquinamento per l'ambiente, a iniziare dalle acque marine, che le cassette in polistirolo possono potenzialmente provocare. "Un rischio e un pericolo - sottolinea Benedetti - che con la realizzazione delle cassette in materiale biodegradabile si elimina."

   I maggiori costi iniziali legati alla realizzazione delle cassette ittiche bio based si annullano grazie alla sostenibilità ambientale che garantiscono
   Per una volta tanto il nostro Paese si trova in cima a un progetto innovativo e nonostante, come afferma Benedetti, il mondo delle bioplastiche sia un ambito ancora tutto da scoprire, è fuor di dubbio che nel settore della ricerca e dello sviluppo si stiano facendo passi da gigante. "Fino a soli due anni fa nessuno parlava di polimeri - spiega il nostro interlocutore - oggi il loro impiego sta conoscendo una diffusione sempre maggiore a tutto vantaggio del rispetto ambientale".
   I costi ovviamente sono maggiori e nel caso specifico delle cassette ittiche parliamo di un valore doppio rispetto a quelle in polistirolo. Ma fare un discorso di questo tipo è fuorviante, perché se si calcolano i costi del trasporto necessario al conferimento delle cassette alla discarica e quelli relativi al loro smaltimento si fa presto a stabilire che il maggior costo iniziale delle cassette in bio-based viene ampiamente coperto dal risparmio che se ne ricava utilizzandole e riciclandole."

   Dal 25 al 27 febbraio 2015 i padiglioni di CremonaFiere ospiteranno la V edizione di Bioenergy Italy che quest'anno sarà affiancata da due novità: la Green Chemistry Conference and Exhibition e la Food Waste Management Conference, realizzate in collaborazione con Legambiente, Chimica Verde Bionet e AITA (Associazione Italiana di Tecnologia Alimentare), e che affronteranno le molte tematiche legate alla chimica verde e alla gestione degli scarti dell'industria alimentare, con un occhio alle molte opportunità in questo senso per il settore agricolo.