pubblicato il 15 settembre 2013

Migliorare la produttività nelle serre mediterranee, è possibile.

Queste le conclusioni al convegno del Flormart 2013. Un breve abstract delle relazioni olandesi e italiane

   Le relazioni non hanno deluso l'ambizione del titolo. Subito il convegno è entrato nel cuore della questione con i due relatori dell'Università olandese di Wageningen e della Facolta di Agraria dell'università di Pisa.

   Il "motore" della produzione vegetale è la fotosintesi, la cui "benzina" è la radiazione luminosa in una determinata banda di lunghezze d'onda: la "luce". Inizia subito in questo modo la d.ssa Cecilia Stanghellini, di Wageningen UR, Greenhouse Horticolture, Group Greenhouse Technology, Olanda.
   La gestione della luce nella serra è il prinicipale fattore per aumentare la produzione, in particolare gestire il difficile equilibrio fra massimizzare l'apporto di luce e prevenire il riscaldamento eccessivo della coltura. La regola numero uno è disporre di una sufficiente capacità di ventilazione e gestirla bene.
   In aggiunta, i recenti sviluppi in termini di materiali di copertura, particolarmente i materiali di copertura a luce diffusa, offrono delle prospettive interessanti.

   Continua nella successiva relazione, Frank Kempkes, sempre di Wageningen, parlando del controllo climatico, con un sistema semplice, quale la ventilazione della serra.
   In una serra passiva come approssimativamente sono più del 95% delle serre presenti nel Mediterraneo, il controllo climatico, che si basa sostanzialmente sulla ventilazione della serra, differisce enormemente fra l'inverno e l'estate.
   In inverno, l'umidità, la temperatura e la CO2 sono i fattori principali da controllare, mentre in estate sono le alte temperature il maggior problema da risolvere.
   Per il controllo dell'umidità, il nostro istinto è quello di aprire le finestrature, in modo da disperdere l'eccessivo vapore presente in serra, ma in realtà è saggio risolvere il problema in maniera differente. In questo caso il nostro scopo è quello di evitare la condensazione sulla nostra coltura. Per evitare ciò, i fattori che devono essere considerati, sono la temperatura delle piante, la temperatura e il contenuto in vapore d'acqua dell'aria della serra.
   In estate invece lo scopo principale è quello di diminuire la temperatura aumentando la ventilazione. Il primo passo è semplicemente quello di progettare e costruire serre con una adeguata capacità di ventilazione. La forma e l'orientamento della serra, la presenza di sole finestrature sul colmo o sulle pareti laterali sono le domande da porsi e che hanno una profonda influenza sul clima in serra.

   Nella terza relazione, Luca Incrocci, dell'Università di Pisa, affronta un innovativa tecnica per migliorare la produttività nelle serre mediterranee: la concimazione carbonica.
   La concentrazione di anidride carbonica nella serra è uno degli aspetti di cui negli ultimi anni si è poco discusso, con l'idea che nelle serre del bacino del Mediterraneo, la pratica della concimazione carbonica fosse anti-economica a causa dell'alto costo della CO2 e dell'elevato numero di ore in cui le finestrature delle serre sono aperte per favorire il ricambio d'aria della serra.
   La relazione ha messo in evidenza come anche per le serre a media tecnologia l'utilizzo della concimazione carbonica, abbinata ad una gestione integrata del clima in serra, può permettere di incrementare la produttività delle serre del bacino del mediterraneo.

   Gestione e efficiente utilizzo dell'acqua che signific anche ottimizzare la fertirrigazione. Questo è stato il tema centrale della relazione del dr Piero Santelli, di Irritrol System Europe by TORO AG IRRIGATION.
   Di tutta l'acqua disponibile sula terra, solo una piccolissima % è dolce e la quantità disponibile è di soli 9.000 km3, di questi circa 6.300 sono utilizzati dall'agricoltura per l'irrigazione.
   Anche in serra, per il suo corretto utilizzo nell'irrigazione, è necessario stimare il fabbisogno irriguo, con vari sistemi, tra cui il principale è il calcolo dell'evapotraspirazione e del suo relativo coefficiente colturale Kc. Poi, è necessario fare bene la progettazione dell'impianto irriguo, in funzione del tipo di terreno e della stima dell'acqua disponibile in essa contenuta. La struttura del terreno poi, determina la permeabilità e di conseguenza influenza la scelta e la dimensione dei sistemi gocciolanti.
   Inoltre, nella relazione sono stati affrontati nel dettaglio le tecniche e le conoscenze necessarie per una corretta scelta dei gocciolatori e della loro gestione per un efficiente microirrigazione in serra.

   Al termine, l'evoluzione delle tecniche di difesa con insetti ausiliari, del dr Andrea Venturi della Koppert Italia, ha messo in evidenza l'importanza della difesa integrata e biologica nelle colture orticole e floricole in serra, tramite l'utilizzo di insetti ed acari utili.
   Questa tecnica, si integra perfettamente con le tecniche di controllo e gestione del clima della serra, proprio per le esigenze, che spesso gli insetti richiedono per una loro migliore efficienza di lavoro dentro la serra.

   Le conclusioni, hanno appunto evidenziato che i punti trattati nelle diverse relazioni, non sono staccati l'uno dall'altro, ma tutti insieme concorrono a migliorare l'insieme delle condizioni in serra che permettono un incremento della produttività, tra valoro dimostrati, di 10-50%.

Il convegno èstato organizzato da Silvio Fritegotto, che ringrazia tutti i relatori, Agronotizie il Floricultore e la Fiera di Padova.

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