pubblicato il 27 aprile 2016

Convegno: Utilizzo della lana di pecora da scarto come fertilizzante

La maggior parte della lana di pecora prodotta in Europa è costituita da fibre grossolane, e ha difficoltà di impiego nell’industria tessile.

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Martedì 3 maggio 2016, alle ore 15, presso l’Area della Ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, a Sesto Fiorentino, si parlerà di utilizzo della lana di pecora per l’ottenimento di cheratina quale fertilizzante in agricoltura.

La maggior parte della lana di pecora prodotta in Europa è costituita da fibre grossolane (le cosiddette “coarse wools”) e ha difficoltà di impiego nell’industria tessile. Secondo la normativa europea la lana sucida (non lavata), se non immessa in una filiera produttiva, è definita un sottoprodotto di origine animale da smaltirsi come rifiuto speciale (Commission Regulation (EU) N. 142/2011 Implementing Regulation (EC) N. 1069/2009 ).
In Europa sono 200.000 le tonnellate di lana prodotte annualmente che non trovano adeguato utilizzo. In Italia si stimano 9 milioni di ovini (Sardegna, Sicilia, Lazio e Toscana sono le prime regioni italiane a più alta consistenza ovina) responsabili della produzione annua di circa 18 - 20 milioni di chili di lana. Questa lana costituisce un materiale non sufficientemente valorizzato nelle economie regionali e/o nazionali e un problema di smaltimento per le aziende di allevamento ovino.

L’Istituto di Studio delle Macromolecole del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ISMAC-CNR, nel progetto LIFE GreenWoolF - www.life-greenwoolf.eu - ha sviluppato un metodo di idrolisi capace di utilizzare fibre di lana sucida e fibre provenienti da scarti di lavorazione tessile, per ottenere un prodotto a base di cheratina da applicare quale fertilizzante in agricoltura. La produzione di idrolizzati proteici può aprire nuove prospettive nel settore agricolo, contribuire a una gestione corretta della lana sucida a livello di aziende di allevamento e sostenere lo sviluppo di un’economia circolare che dall’agricoltura (allevamento) ritorni all’agricoltura (coltivazione).

Le analisi chimiche eseguite sui prodotti hanno rilevato un idrolizzato ricco di proteine a basso peso molecolare e amminoacidi, nutrienti primari e micronutrienti con una concentrazione di metalli pesanti al di sotto dei limiti standard. Inoltre, diversi lotti di prodotto sottoposti al test di germinazione hanno mostrato un indice superiore al 100%, senza citotossicità collaterale.

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, IBIMET-CNR e prevede la dimostrazione del funzionamento dell’impianto di idrolisi.

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