pubblicato il 11 aprile 2017

Si parla già di allarme SICCITA'

A marzo, il 53% di precipitazioni in meno

TAGS: Agricoltura, Agronomia, Ambiente, Clima, Fertirrigazione, Formazione, Irrigazione

E' gia allarme siccità in Italia, con temperature massime superiori la media di 2,5 gradi ed un calo del 53% delle precipitazioni a marzo rispetto lo scorso anno. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea.

Le precipitazioni in Italia – sottolinea la Coldiretti - sono risultate sotto la media lungo tutto l'inverno con un picco negativo a dicembre in cui è caduta addirittura il 67% di acqua in meno sulla Penisola. Il livello del fiume Po è esemplificativo delle difficoltà dei principali bacini idrografici del Paese. Le situazioni più critiche si registrano in Lombardia dove il livello delle risorse idriche è il più basso degli ultimi dieci anni secondo il bollettino pubblicato da Arpa mentre l'assenza di precipitazioni sta determinando una situazione di "grave criticità" anche in Veneto, con la siccità nelle falde che - sottolinea la Coldiretti - sta superando ogni record storico negativo registrato negli ultimi 20 anni: a fronte di un valore atteso pari a 350 millimetri di precipitazioni tra ottobre e marzo, i mesi scorsi hanno invece fatto registrare un valore di appena 170 millimetri.

Una situazione preoccupante perché la pioggia e le nevicate invernali sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti. Si tratta però solo dell'ultimo segnale dei profondi cambiamenti nella disponibilità di acqua e nella distribuzione della pioggia in Italia. Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull'agricoltura italiana perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno.
I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio (Vedi seminario sui cambiamenti climatici in agricoltura dell'Università di Bologna).

COSA FARE?
A breve servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, ma sopratutto un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo come la goccia, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di tecniche agronomiche a basso fabbisogno idrico.