pubblicato il 17 dicembre 2011

Domande e risposte sulle analisi chimico-fisiche del terreno

Cosa è necessario sapere in 14 domande e risposte per una corretta analisi del terreno e sua interpretazione dei dati.

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1) Per quali parametri occorre eseguire un’analisi del terreno?
  
Si possono eseguire analisi del terreno fisiche (tessitura, ovvero l’analisi della dimensione delle particelle che compongono il terreno) e chimiche (riguardanti i principali elementi che interessano la nutrizione delle colture.

2) In quali casi è importante eseguire un’analisi del terreno? 
    Nell’attività agricola è fondamentale conoscere le caratteristiche del proprio terreno: questa matrice, infatti, garantisce alle colture agrarie stabilità e sostentamento, influenzandone profondamente la crescita e la resa; allo stesso tempo l’agricoltura influenza e modifica le caratteristiche del terreno, incrementandone o diminuendone la fertilità a seconda delle tecniche agronomiche impiegate e delle specie coltivate. 
    Per queste ragioni l’agricoltore e il tecnico agricolo hanno interesse a monitorare periodicamente il terreno attraverso l’analisi chimica, anche al fine di rilevare e correggere in tempo eventuali problemi o anomalie. Il monitoraggio periodico del terreno, inoltre, assume anche una valenza ambientale, confermando il ruolo sempre più importante dell’agricoltura nel controllo e nella gestione del territorio. 
    Se qualche agricoltore o qualche tecnico agricolo volesse effettuare un’indagine più completa sui propri terreni, si consiglia di individuare all’interno della superficie aziendale eventuali ripartizioni omogenee in base alle caratteristiche osservabili del terreno (colore, tessitura valutata in campo, ecc.), alla giacitura, alla coltura e alle operazioni agronomiche effettuate; tali ripartizioni potranno essere visualizzate su copie dei fogli di mappa catastali e corredate ciascuna con un’analisi di laboratorio. In questo modo sarà possibile avere una conoscenza più esauriente dei terreni cui si è interessati. L’analisi del terreno può essere considerata valida per 5 anni; alcune caratteristiche particolarmente stabili del terreno (tessitura, pH e carbonato di calcio totale), tuttavia, possono essere considerate valide per un periodo assai più lungo, salvo importanti interventi di correzione, movimenti terra o fenomeni erosivi o di deposito alluvionale.
   Un’analisi del terreno è opportuna quando lo stato di sofferenza di una coltura porti a sospettare problemi nutrizionali delle piante (in questi casi è comunque necessario sentire il parere di un tecnico.

3) Come si effettua il campionamento del terreno? 
    Il primo requisito di un campione di terreno è senz’altro la sua omogeneità: generalmente si consiglia di effettuare un campionamento di terreno per un appezzamento di superficie pari ad un ettaro, che può essere esteso fino a tre ettari ed oltre per suoli con caratteristiche fisiche (colore, tessitura, ecc.) omogenee; contrariamente dovrà essere prelevato un campione per ogni zona in cui si rileva un diverso aspetto del terreno. 
    Al fine di effettuare un’analisi fisico - meccanica e/o chimica del terreno, il prelevamento, per ottenere un campione rappresentativo, deve essere eseguito, per le colture erbacee, come segue: 
    • procedendo a zigzag nell’appezzamento, si devono individuare, a seconda dell’estensione, fino a 20 punti di prelievo; 
    • nei punti segnati, dopo aver asportato ed allontanato i primi 5 cm di terreno in profondità al fine di eliminare la cotica erbosa e gli eventuali detriti superficiali presenti, si effettua il prelievo fino ad una profondità di 30 cm; 
    • sminuzzare e mescolare accuratamente la terra proveniente dai prelievi eseguiti e, dopo aver rimosso ed allontanato pietre e materie organiche (radici, stoppie, sovesci, ecc.), prendere dal miscuglio circa 1 kg di terra da portare al laboratorio di analisi. 
    Nel caso di terreni adibiti a colture arboree o destinati allo scasso per l’impianto di colture arboree, bisogna prelevare separatamente il campione di “soprassuolo” e quello di “sottosuolo”. Il soprassuolo si preleva secondo le norme già descritte per le colture erbacee; il sottosuolo si preleva scendendo per il campionamento fino a 60 cm di profondità.

4) Quando fare le analisi? 
    Una prima analisi deve essere eseguita con un buon anticipo rispetto alla semina o al trapianto (almeno due mesi prima); sarà così possibile effettuare per tempo gli eventuali interventi di concimazione o di correzione.
Nel corso del ciclo colturale potrebbero essere necessarie analisi di verifica, la cui frequenza dipende dal tipo e dall’andamento della coltivazione.

5) Esiste una stagione particolare per eseguire il prelievo? 
    Non vi sono controindicazioni in relazione alla stagione; è preferibile, però effettuare il prelievo nel periodo in cui l’appezzamento è a riposo o comunque prima di effettuare le concimazioni; questo permetterà di impostare il piano di concimazione per la campagna agraria successiva ed evita il rischio di includere nel campione parti di concime.

6) Se un campione è bagnato, o lo si conserva per più giorni nel sacchetto di nylon, succede qualcosa? 
    Per quanto riguarda i parametri determinati dal Laboratorio, non si riscontrano problemi in relazione all’umidità del terreno; un terreno troppo bagnato, in ogni caso, crea problemi nella manipolazione da parte dei tecnici del laboratorio e andrebbe dunque privato dell’umidità eccessiva essiccandolo all’aria prima della consegna.

7) Nel caso di terricci o terreni di riporto che tipi di analisi si dovrebbero fare? 
    Per i terricci è consigliabile la determinazione del pH e della conducibilità; per queste matrici, inoltre, la determinazione della sostanza organica con il metodo Walkley e Black, non è adatta. Per i terreni di riporto, in primo luogo è opportuno effettuare l’analisi della tessitura, comunque l’analisi completa è consigliabile.

8) Quali valori analitici subiscono rapide variazioni nel tempo ? 
    La validità dei dati nelle analisi dei terreni non ha limiti temporali per tessitura, pH e carbonato di calcio totale (calcare); per gli altri parametri si può considerare una validità di 5 anni circa.

9) A cosa serve conoscere la tessitura di un terreno?

Frazione Diametro (mm)
Sabbia grossolana 0.2 - 2
Sabbia fine 0.2 - 0.05
Limo grossolano 0.02 - 0.05
Limo fine 0.002 - 0.02
Argilla < 0.002
    Il terreno è costituito di particelle di dimensione eterogenea ed è dunque caratterizzato da una composizione granulometrica; a tale composizione, indipendentemente dalla natura chimica e mineralogica dei componenti, si dà il nome di tessitura. Si considera, semplificando, che tutte le particelle abbiano forma sferica; esse, in tal modo risultano caratterizzate granulometricamente prendendo in considerazione la sola misura del diametro. In base a tale parametro, una prima distinzione viene fatta tra scheletro e terra fine, considerando appartenenti allo scheletro le particelle con diametro > 2 mm. La terra fine è poi suddivisa in altre frazioni, denominate sabbia, limo ed argilla, con i limiti dimensionali riportati nella seguente tabella.
    La tessitura è un parametro del terreno particolarmente interessante: essa influenza il drenaggio, la plasticità e l’adesività del terreno, nonché la sua vulnerabilità all’erosione e alla percolazione di inquinanti e l’attitudine ad ospitare diversi tipi di colture; anche alcune caratteristiche chimiche, come la capacità di scambio cationico, sono correlate con la tessitura. Con il dato della tessitura, quindi, si può effettuare una prima valutazione di alcune proprietà del terreno; ad esempio, un terreno prevalentemente sabbioso sarà ben aerato e facilmente lavorabile ma tratterrà poco l’acqua e probabilmente sarà scarsamente dotato di elementi nutritivi; un terreno argilloso, invece, sarà di solito caratterizzato da proprietà opposte.

10) Cosa rivela il dato del pH? 
    Il pH, o reazione del suolo, è la concentrazione degli ioni H+ nella soluzione del suolo. Nei suoli molto acidi (pH basso) prevalgono idrogeno e alluminio in concentrazioni dannose; anche i metalli pesanti, in queste condizioni, divengono più disponibili e possono creare problemi di inquinamento e fitotossicità; il fosforo può essere, al contrario, poco disponibile perché immobilizzato sotto forma di fosfati. Nei suoli a pH elevato (8 - 8.5) il calcio è di solito lo ione prevalente; a pH superiori a 8.5 il terreno è caratterizzato dalla presenza di sali di sodio. Questo parametro condiziona la scelta della coltura che si intende effettuare, in quanto molte specie vegetali richiedono determinati intervalli di pH nei suoli. Qualora il pH non fosse adeguato alle necessità agronomiche, è possibile effettuare interventi correttivi.

11) Perché è necessario determinare il fosforo assimilabile? 
    Perché è la frazione più importante ai fini agronomici: si tratta infatti del fosforo che viene assorbito più facilmente dalle radici delle piante, proveniente dai processi di dissoluzione dei fosfati insolubili, dalla mineralizzazione del fosforo organico e dalle concimazioni. La riserva di fosforo nel terreno è costituita dalla frazione organica e da minerali sia primari, sia di neoformazione, tra cui i più diffusi sono i fosfati di calcio, ferro e alluminio.

12) Cosa sono i microelementi? 
    I microelementi sono elementi nutritivi che si rinvengono nei vegetali in quantità assai modesta, ma sono estremamente importanti per i processi fisiologici. Sulla loro disponibilità nel terreno giocano diversi fattori quali la presenza di sostanza organica e il pH. Si consiglia l’analisi dei microelementi quando si ha il sospetto di una carenza o di una tossicità dovuta ad un eccesso degli stessi. A causa dell’estrema variabilità dei suoli non è possibile indicare valori medi di concentrazione di microelementi, ma è possibile fornire degli intervalli in base ai dati analitici già riscontrati nei terreni agrari; una tecnica utile consiste nel diagnosticare la tossicità o la carenza osservando i sintomi presentati dalla pianta e poi effettuare la conferma analitica in laboratorio.

13) Analizzando i microelementi, si hanno anche informazioni sui metalli pesanti presenti nel terreno? 
    I microelementi di cui si può richiedere un’analisi da parte del Laboratorio sono il ferro, il manganese, lo zinco, il rame ed il boro; tra questi, i primi quattro sono metalli pesanti. La presenza di questi elementi in quantità estremamente modeste è indispensabile per i processi fisiologici vegetali, ma quando il loro contenuto nel terreno è maggiore possono verificarsi fenomeni di fitotossicità.
L’analisi è dunque in grado di mettere in rilievo situazioni di carenza o di eccessiva dotazione di microelementi nel terreno; in quest’ultimo caso, però, si può solo sospettare la possibilità di un inquinamento da metalli pesanti.

14) Perché è importante conoscere il contenuto di sostanza organica nel terreno ? La sostanza organica può servire a migliorare il terreno?
Dotazione in sostanza organicaTessitura terreno
Sciolta
S-SF-FS-SL
Media
F-FL-FA-FSA
Compatta
A-AL-FLA-AS-L
Molto bassa< 0.8< 1.0< 1.2
Bassa0.8 - 1.41.0 - 1.81.2 - 2.2
Media1.5 - 2.01.9 - 2.52.3 - 3.0
Elevata> 2.0> 2.5> 3.0
    La carenza di sostanza organica causa principalmente un deterioramento della struttura del suolo, con conseguenze negative sullo sviluppo delle colture; per valutare se un terreno è ben dotato in sostanza organica è bene conoscerne anche la tessitura, come mostrato nella seguente tabella.
   Carbonio organico e sostanza organica in rapporto alla tessitura del terreno. "Sostanza organica = 1.72 * Carbonio organico"
   L’apporto di S.O. può influire positivamente su diverse proprietà chimiche e fisiche del terreno, incrementandone significativamente la fertilità.