pubblicato il 22 febbraio 2017

Cadmio nei fertilizzanti fosfatici: allarmismo ingiustificato

Il cadmio è elemento costitutivo delle fosforiti e, di conseguenza, i fertilizzanti fosfatici ne contengono una certa quantità

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Nell’ambito della strategia sull’Economia Circolare, la Commissione UE ha avviato la revisione del Regolamento 2003/2003 inerente la disciplina dei prodotti fertilizzanti. Se tale iniziativa intende apportare alcune importanti novità (es. l’ampliamento del novero dei prodotti includendo anche fertilizzanti organici, organo minerali, ammendanti e correttivi, substrati di coltivazione, biostimolanti etc.), essa presenta nel contempo altrettante criticità che investono sia il settore tecnico-scientifico che produttivo.
Il contenuto di cadmio nei fertilizzanti fosfatici è ancora, come in passato, oggetto di vivace dibattito e controversi pareri nei consessi consultivi. Il cadmio è elemento costitutivo delle fosforiti e, di conseguenza, i fertilizzanti fosfatici ne contengono in quantità rappresentative del giacimento di origine. Il fulcro centrale del dibattito in ambito europeo ruota attorno alla valutazione del rischio di deterrenza della salute umana a seguito della presenza del cadmio nei prodotti agricoli. Se è innegabile che il cadmio è elemento estraneo ai cicli metabolici e, come tale, non salutare ed indesiderato, è altrettanto irragionevole ritenere che la quantità di cadmio apportato al suolo con la concimazione fosfatica possa rappresentare un elemento significativo di rischio di contaminazione dei prodotti agricoli. Ad oggi, la prevalenza della percezione del rischio piuttosto che la sua obiettiva valutazione che dovrebbe includere numerose variabili (dalle caratteristiche pedoclimatiche alla varietà di pianta, alle pratiche agronomiche etc…), porta a riservare eccessiva attenzione ai numerosissimi risultati, frequentemente controversi, ottenuti da ricerche e sperimentazioni condotte in condizioni controllate difficilmente rapportabili alle reali condizioni di campo.
Uno degli aspetti a cui viene dedicato particolare interesse nell’ ambito dei dibattiti, riguarda il rischio associato all’ accumulo di cadmio nel suolo; è sostanzialmente tale aspetto che sta orientando la Commissione a regolamentare la graduale riduzione della soglia attuale di cadmio nei fertilizzanti fosforici (i.e. 90 mg Cd/ Kg P2O5 nei prodotti riservati per l’agricoltura biologica ) a 60 mg Cd/kg di P2O5 , poi a 40 mg Cd dopo tre anni, e di 20 mg Cd dopo 12 anni dall’ entrata in vigore del nuovo Regolamento comunitario.....continua....clicca QUI

Tratto da Georgofili.info di Liviana Leita e Claudio Ciavatta.