pubblicato il 02 settembre 2017

In 4 parti, le tecniche applicate alle serre e alle colture protette - 3a parte

Condizionamenti attuabili per migliorare le condizioni colturali in serra

TAGS: Agronomia, Fertirrigazione, Film Plastici, Idroponica, Colture protette, Serre

I condizionamenti utili al miglioramento delle tecniche colturali e al conseguente incremento sia qualitativo che quantitativo della produzione, riguardano gli aspetti climatici e ambientali trattati nel paragrafo precedente.
Esistono molteplici tecniche e tecnologie che consentono di attuare tali condizionamenti. Nel seguito si propone una panoramica di quelle più direttamente coinvolte nella coltivazione in serra.
Riscaldamento del terreno. 
    Si attua allo scopo di diminuire la differenza di temperatura che esiste tra aria e terreno nel periodo freddo e per favorire la germinazione dei semi o la radicazione di talee. Il riscaldamento del terreno può coprire fino al 25% del fabbisogno di calore. Il riscaldamento avviene a mezzo di tubi in cui circola l’acqua a 35-40 °C in tubi da 20 mm posti nel ghiaietto. Allo scopo si utilizzano anche tubi o piastre radianti a vapore e resistenze elettriche.
Riscaldamento dell’aria. 
    Si attua nel periodo invernale mediante i classici sistemi ad acqua calda, a tubi o a piastre, ad aria calda, a raggi infrarossi. Movimenti convettivi sono generalmente sufficienti ad uniformare la temperatura all’interno della serra.
Raffreddamento dell’aria. 
    Si ottiene indirettamente facendo assorbire calore all’acqua (attraverso lo scorrimento sul tetto o per evaporazione) o all’aria (per ventilazione). Il raffreddamento evaporativo si basa sull’assorbimento di energia nel cambiamento dallo stato liquido a quello di vapore che ò pari a 82.400 kilojoule/kg di acqua evaporata. 
    I sistemi più diffusi che si basano sul raffreddamento ad acqua sono denominati: cooling system e fog system. Il fog system, (sistema a nebbia), produce delle goccioline d’acqua di ridottissime dimensioni che vengono ottenute forzando l’acqua a pressioni molto elevate dentro a degli ugelli con fori molto piccoli. Il fog può essere ottenuto anche con delle speciali ventole o piccole turbine che frammentano il getto d’acqua in minutissime goccioline.
Raffreddamento e riscaldamento basale mediante tubi interrati. 
    Utilizzando una pompa di calore elettrica è possibile abbassare la temperatura ambiente di 10-15 °C rispetto all’esterno. La pompa di calore è collegata ad un sistema di aerotermi e ad un pavimento radiante per svolgere, rispettivamente le funzioni di riscaldamento e di raffreddamento. Infine è presente un accumulo in terra umida per immagazzinare a breve e lungo termine l’energia termica disponibile durante la fase di raffreddamento.
Tubi, del diametro di circa 30 mm, vengono interrati a 2 m di profondità con passo di 1 m, possibilmente in terreno saturo di acqua. L’energia accumulata può essere ripresa durante il periodo invernale con notevole risparmio sulle spese di riscaldamento.
Aerazione o ventilazione. 
    L’aerazione può avvenire per via naturale (in questo caso l’apertura tutta aperta deve formare un angolo di 60° con il tetto) oppure può essere forzata, utilizzando dei ventilatori di grande diametro e bassa potenza. La velocità dell’aria non deve superare il valore di 1,0 m/s.
Ombreggiamento. 
    Consente di ridurre l’irraggiamento solare all’interno della serra; la tecnica può essere attuata con schermi esterni o interni. I primi sono i più efficaci ma più complessi nel montaggio; vengono per questi motivi preferiti i secondi, installati con una sistemazione dei teli parallela alle falde del tetto.
Illuminazione. 
   Si attua nelle serre per la regolarizzazione del fotoperiodo. Per aumentare la lunghezza del giorno vengono installate lampade per l’illuminazione supplementare, mentre, per ridurla, si utilizzano opportune cortine opache.
Irrigazione 
   L’irrigazione si esegue con tubazioni flessibili e con appositi diffusori. Il fabbisogno idrico può essere stimato in 1.000-1.500 litri/m2 per anno.
Vari sono i sistemi d’irrigazione impiegati in serra, da quelli manuali basati sull’impiego della ”manichetta” con distribuzione in linea oppure su tutta la superficie, a quelli più sofisticati e completi di automatismi con programmazione degli interventi. Il passaggio dai primi ai secondi rappresenta una tappa fondamentale nell’evoluzione della tecnica di coltivazione in serra, con miglioramento ed incremento della produzione. 
   L’impianto di irrigazione a pioggia si realizza facilmente con l’impiego di tubi in plastica rigida, con ugelli di distribuzione circolare distanziati di 1-2 m ed operanti a pressioni di 2-3 atmosfere. Oltre che per l’irrigazione, possono essere impiegati per la fertirrigazione, la distribuzione di antiparassitari, come pure per la semplice umidificazione dell’ambiente serra, in caso di piante ornamentali.  I tubi vengono disposti all’altezza di gronda in modo da non ostacolare le operazioni colturali. 
    L’irrigazione a pioggia è indicata per le colture di modesta altezza come per es. le lattughe, la fragola e il basilico. Nel caso di colture floricole, l’irrigazione a pioggia può essere eseguita fino all’inizio della fioritura ma non oltre per non provocare danni ai fiori.
Una variante dell’irrigazione a pioggia è costituita dal sistema Kulimat, in cui la distribuzione viene eseguita da spruzzatori mobili sostenuti da un carrello che si sposta lentamente lungo l’asse longitudinale della serra. 
   Un altro tipo di irrigazione impiegato nelle colture in serra è quello a ”goccia”, con l’impiego di acqua a bassa pressione: tra i sistemi a goccia più diffusi abbiamo quello basato sull’uso di capillari gocciolanti, adatto soprattutto a colture in vaso, e quello realizzato con ugelli gocciolatori. 
   Una variante al sistema a ”goccia” è quello a ”sorsi”. In questo caso gli ugelli gocciolanti sono di diametro superiore a quelli consueti e ciò permette di evitare occlusioni. Con questi sistemi si realizza una buona uniformità di distribuzione ed anche una diminuzione delle perdite di acqua per evaporazione e percolazione. 
   Esiste, infine, il sistema d’irrigazione per capillarità, (flusso e riflusso) particolarmente indicato per le colture in vaso su bancale, per garantire una uniforme umidità ai vasi.  Lo strato di materiale poroso che provvede alla distribuzione dell’acqua può essere realizzato in diversi modi, utilizzando un sottile strato di sabbia silicea, oppure tappeti di materiale plastico o di lana di roccia.
E’ importante che il piano di assorbimento abbia una modesta inclinazione, in modo da permettere lo scorrimento dell’acqua inviata dall’estremità più alta.
Fertirrigazione. 
   La fertirrigazione consente la distribuzione automatica di soluzioni acquose di fertilizzanti a partire da due, tre o quattro componenti base, o soluzioni madre, contenute in opportuni serbatoi. La miscelazione viene eseguita secondo la programmazione impostata, in funzione del tipo di concimazione, necessaria per la coltura in quella determinata fase fenologica (di crescita), e della conducibilità elettrica della soluzione finale.
Concimazione carbonica
   Consiste nell’immissione di anidride carbonica (CO2) in serra ed ha la funzione di aumentare la quantità di anidride carbonica nell’ambiente, aumentando così l’efficienza fotosintetica con conseguente effetto di stimolazione della crescita sulla pianta.
La concimazione carbonica puo essere: 
a) ”calda”, ottenuta con bruciatori di gas (il propano è il gas più adatto in quanto durante la combustione non libera prodotti secondari dannosi alle piante);
b) ”fredda”, ottenuta con erogatori di anidride carbonica liquida.
Coltivazione su bancali
    I bancali si utilizzano generalmente per le colture in vaso, essi possono essere: 
a) fissi, realizzati in strutture prefabbricate e la distanza tra bancale e bancale è di 0,5 m (superficie massima per i corridoi, 25% del totale)
b) mobili, eliminando le tare produttive, costituiti da piattaforme spostabili sui rulli. La larghezza dei bancali ò di 0,9-1,8 m se raggiungibili da uno o due lati. L’altezza dei bancali è di 0,6-0,9m. Le corsie vengono create di volta in volta dove necessario. Nelle serre possono essere utilizzati anche bancali sospesi: in questo modo la superficie utilizzata può cosı essere superiore al 100%.

Si ringrazia Biagio Baglieri di Comiso per la foto. Facebook