pubblicato il 13 dicembre 2016

Fuori suolo o coltivazione senza suolo

Uno tra i principali sistemi di coltivazione alternativi alle tecniche di sterilizzazione e/o fumigazione dei terreni.

TAGS: Agricoltura, Agronomia, Colture protette, Fertilizzanti, Fertirrigazione, Fibra di Cocco, Fuori suolo, Substrato di coltivazione

   La tecnica del "fuori suolo o coltivazione senza suolo" rappresenta un’importante innovazione introdotta negli ultimi anni nel settore della coltivazione delle colture specializzate in ambiente protetto.

   La sua diffusione in Italia è abbastanza conosciuta ma ancora agli inizi ed appare al di sotto delle effettive potenzialità, soprattutto a causa delle carenze nella preparazione tecnico-professionale degli addetti e della necessità di ottimizzare i vari settori della produzione, quali serre, climatizzazione, fertirrigazione, varietà e cultivar, cicli colturali ed assistenza tecnica.

   Si possono indicare due tipologie di coltivazione senza suolo, una in cui si prevede la coltivazione in una soluzione nutritiva acquosa, cosiddetta “Idroponia o Idroponica”; l’altra tipologia è caratterizzata dalla coltivazione in presenza di un substrato e questa si riferisce al cosiddetto “Fuori suolo”. Per quest’ultimo sistema di coltivazione si utilizzano vari tipi di substrati che possiamo suddividere in “Inerti” ed “Organici”.

   Questa tecnica identifica diverse tipologie di coltivazione, dove è sempre assente il terreno agrario, sostituito dai vari substrati in svariati tipi di contenitori, dove le esigenze idriche e nutrizionali delle piante sono soddisfatte dalla distribuzione di soluzioni nutritive acquose (irrigazione fertilizzante) contenenti macro e micro-elementi nelle dovute concentrazioni (fertirrigazione in fuori suolo).

La coltivazione in fuori suolo può essere a ciclo aperto o a ciclo chiuso
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   Il ciclo aperto, si ha quando la soluzione drenante non viene riutilizzata e va a perdesi o viene utilizzata per la fertirrigazione di colture esterne su terreno. In ogni caso può essere fonte di perdite di acqua e nutrienti e/o d’inquinamento.
   Il ciclo chiuso prevede il recupero della soluzione nutritiva drenante e riutilizzata previa ricarica degli elementi nutritivi assorbiti dalle piante. Richiede molta attenzione nel controllo nutrizionale e comporta dei rischi di diffusione di patologie, tanto che si parla di disinfezione della soluzione nutritiva riciclata che, dopo diversi cicli, deve comunque essere sostituita.

   Perché il fuori suolo?
Ci sono diversi motivi, che elenchiamo sinteticamente di seguito e che approfondiremo in un secondo momento. Essi evidenziano un problema, un’opportunità o un’esigenza per i quali il fuori suolo può diventare una razionale soluzione:
- stanchezza del terreno;
- presenza di patogeni radicali;
- impossibilità di sterilizzare i terreni con il Bromuro di Metile;
- migliorare la qualità e la quantità delle produzioni;
- disponibilità di acque di buona qualità.

   Alcuni dei vantaggi del fuori suolo:
-
controllo ottimale delle condizioni fitosanitarie;
- possibilità di utilizzare terreni marginali;
- miglior utilizzo dell’acqua, (ciclo chiuso, meno acqua, no inquinamento);
- risparmio di energia e di manodopera;
- miglioramento delle caratteristiche qualitative delle produzioni;
- aumento della produzione (ciclo più lungo, maggiore densità);
- standardizzazione dei processi produttivi;
- miglioramento della capacità di pianificare la produzione.

   Limiti e difficoltà nella coltivazione in fuori suolo:
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maggiori investimenti iniziali, come serre, impiantistica, substrati;
- carenza di tecnici consulenti specialistici in grado di guidare ed assistere l'imprenditore nelle scelte gestionali e tecnico-agronomiche;
- diffidenza nei confronti di questa tecnica, che risulta complessa qualora si pretenda di applicarla secondo esperienze maturate in altre realtà territoriali e produttive;
- sistemi fragili, maggiori rischi e maggior prevenzione (sistemi di controllo automatici e d’emergenza);
- necessità di maggiori conoscenze su alcuni aspetti della gestione negli ambienti mediterranei.

   Fattori produttivi del sistema fuori suolo.
Assodato che il fuori suolo viene attuato all’interno di serre o sistemi protetti, i fattori produttivi che intervengono nel sistema fuori suolo, sono i seguenti:
- serra e condizionabilità dell’ambiente protetto;
- tipo di substrato;
- tipo di contenitore;
- addizione dell’anidride carbonica;
- preparazione della soluzione nutritiva;
- gestione della fertirrigazione;
- sistemi e tipologie di allevamento;
- epoche di coltivazione;
- specie e cultivar coltivate.